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I figli di padri con oltre 45 anni hanno più problemi di concentrazione

La natura, si sa, ha i suoi tempi. Superati i quali può giocare brutti scherzi. Oppure, più semplicemente, produrre dei risultati inferiori alle aspettative. Secondo uno studio australiano dell’Università di Brisbane, pubblicato online sulla Public Library of Science, i figli di padri con più di 45 anni avrebbero maggiori difficoltà di concentrazione e minori capacità mnemoniche. Con pessime prospettive, quindi, nello studio e, più in generale, nella vita.
Fenomeno, invece, non riscontrato con i figli delle madri più anziane: i quali tendono, anzi, a cavarsela meglio nei test d’intelligenza rispetto ai compagni nati da madri giovani (probabilmente, suggeriscono i ricercatori, perché sono cresciuti con più attenzioni).
Fino ad oggi, molti studi sono stati effettuati sul rischio delle gravidanze in età materna avanzata, e quasi nessuno sui rischi delle paternità ritardate; gli uomini producono cellule spermatiche nuove tutta la vita, caratteristica che si pensava proteggesse la qualità del seme.
Per quanto riguarda la ricerca australiana i bambini erano stati valutati per coordinazione fra mano e occhio, discriminazione sensoriale e conoscenza astratta; i più grandi anche per capacità di lettura, scrittura e nozioni aritmetiche. Secondo McGrath, a capo del team della che ha condotto la ricerca, le capacità neurocognitive dei piccoli decrescevano in maniera sensibile con l’aumentare dell’età del padre. “Il trend di questi dati è relativamente coerente per fasce d’età e funzioni neurocognitive” ha detto McGrath. “Alla luce dell’aumento delle paternità ritardate, le implicazioni cliniche richiedono un esame più accurato”.
L’età più avanzata del padre potrebbe essere collegata a una serie di problemi congeniti neurologici ma anche all’insorgere di malattie come schizofrenia, dislessia, disordine bipolare, autismo. E allora perché, viene da chiedersi, noti personaggi dello spettacolo, come
Michael Douglas, Mick Jagger, Rupert Murdoch, o, per rimanere più dalle nostre parti, l’inossidabile Mike Bongiorno, hanno procreato in età tutt’altro che giovanile con ottimi risultati? Tutte eccezioni?

Alessandro Giuliani

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