Il Sud, quello più negletto, abbandonato, dove la dispersione scolastica raggiunge livelli preoccupanti e gli abbandono sono diventati una cancrena, continua ad essere ancora Sud e sempre più Sud nonostante il famoso e tanto lodato Pnrr i cui primi 700 milioni di euro destinati ad aumentare il numero di scuole materne e asili nido nelle aree «svantaggiate» del Paese, non finiranno al Sud. No, al Sud non andranno neanche per recuperare parte del gap che lo separa dal ricco Nord.
Come mai? Secondo Il Messaggero a “causa di alcuni parametri quantomeno discutibili all’interno dei bandi di assegnazione”; una parte di quei soldi infatti non andrà nelle aree più depresse del Mezzogiorno ma a Milano, a Torino o anche a Belluno.
In altri termini, spiega il quotidiano romano, sfruttando alcune “lacune” presenti nel bando, viene messo in moto un giochino secondo il quale il punteggio, che determina la graduatoria dei finanziamenti, è condizionato dai cofinanziamenti dei comuni. “Cioè se un comune, ad esempio Milano, aggiunge 3 milioni di euro ad un finanziamento dello stesso valore ottiene punti preziosi che in graduatoria gli consentono di scavalcare un altro comune, ad esempio Venafro (in provincia di Isernia), che ai 3 milioni di euro del bando può affiancare appena 3.000 euro. Sembra un paradosso, ma in alcuni casi è esattamente ciò che è accaduto.
Un asilo nido in via Rimini a Milano, a due passi dai Navigli, ha ottenuto circa 3 milioni di euro dal Pnrr scavalcando proprio il piccolo comune molisano. E con lui anche una miriade di altre cittadine del Centro-Sud: Tivoli, Pomezia, San Felice al Circeo nel Lazio ad esempio, o Casal di Principe, Alife e San Giorgio del Sannio in Campania”.
Un meccanismo disfunzionale che, riproposto sulle 2.654 richieste di finanziamento pervenute e i 453 posti disponibili, ha incluso ad esempio Torino, Novara, Varese, Parma, Ferrara o Belluno e tagliato fuori anche le siciliane Bagheria e Noto, o Crosia e Tropea in Calabria, o ancora Cerignola e Parabita in Puglia. Vale a dire comuni che si trovano tutti in regioni lontanissime dall’obiettivo europeo di 33 posti negli asili nido disponibili ogni 100 bambini”.
Una beffa, eppure “a fronte di un Centro-Nord che ha quasi raggiunto l’obiettivo europeo del 33% e dove in media 2/3 dei comuni offrono il servizio asilo nido, nel Mezzogiorno i posti per ogni 100 bambini sono invece solo 13,5, e il servizio è garantito al 47,6% dei comuni. La differenza è di 18,5 punti e si sostanzia in un singolo esempio: A Bolzano ci sono quasi 7 posti ogni 10 bambini, a Catania e Crotone quasi 5 su 100 bambini. Una enormità che diventa ancora più enorme se il giochino non viene fermato in tempo.
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