Nel documento (pag. 33) si parla di ben 3 miliardi di euro necessari per l’operazione: ma da dove proverranno queste risorse? Ci sarà un finanziamento da parte del governo? In realtà, se si analizzano i dati con attenzione, si scopre che non esiste nessuna forma di investimento in tal senso e che si tratta semplicemente di un contratto di solidarietà, per giunta mascherato.
I soldi saranno presi dalle tasche dei docenti, di ruolo e non di ruolo, e verranno spostati per ricostruire la carriera dei docenti neoassunti. Vediamo in che modo. Si parla di 148100 assunzioni dal costo di 3 miliardi di euro. Parallelamente il taglio dello scatto di anzianità del 2013 farà risparmiare allo stato 350 milioni di euro: se pensiamo che questo blocco si protrarrà per gli anni 2015-2018, prima di iniziare con il nuovo sistema degli scatti di competenza.
In questo modo si recupereranno altri 1050 milioni, con un risparmio globale di 1400 milioni.
Ma non è finita qui. Un altro passo importante del documento parla di risparmi sulle supplenze brevi che ammonterà a circa 700 milioni di euro l’anno. Facendo un rapido calcolo il risparmio sarà di 250 milioni di euro per il 2015, di 700 milioni per il 2016 e di altri 700 milioni per il 2017 per un totale di 1650 milioni di euro.
Il gioco è fatto: basta sommare 1400 milioni di risparmi degli scatti con i 1650 milioni del risparmio dall’eliminazione delle supplenze brevi, che si giunge ai 3 miliardi per l’assunzione dei precari.
In sintesi la buona scuola sarà autofinanziata dai docenti stessi con uno spostamento di risorse.Il più grande investimento nella scuola degli ultimi vent’anni. E come no…