Se in due anni non riusciranno a fare tutti gli esami previsti per il primo anno, quello da matricola, i fuoricorso dovranno rifare il test d’ingresso. Pure se lo avevano già passato la prima volta. E se la seconda non riuscissero a superare lo scoglio della prova di ammissione, niente da fare.
Il Politecnico di Torino, scrive l’Ansa, non vuole sentire ragioni e chi impiegherà il doppio del tempo a raggiungere la laurea dovrà iscriversi a un altro corso di laurea. Ovviamente dovrà sceglierne uno che gli riconosca gli esami fatti fino a quel momento.
“Non è affatto punitivo -dice l’università- piuttosto vogliamo spingere gli studenti a tenere un ritmo normale”, anche perché il popolo dei fuoricorso aumenta, tanto che a oggi in Italia ne possiamo contare 700mila, e le università ne risentono: quelle che ne hanno troppi non possono prendere i fondi pubblici.
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Gli iscritti del Politecnico di Torino però contestano la nuova norma che prevede il doppio test d’ingresso per i fuori corso e che è stata approvata nel regolamento degli studenti: “I fuoricorso non sono una zavorra da combattere – dicono i ragazzi – ma studenti in difficoltà da aiutare, con esami ad hoc, più formazione e tutoraggio individuale. Se il test ha la valenza di un concorso di ammissione, è insensato imporre a uno studente di ripetere nuovamente la stessa prova”.
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