Ci sono stati 2 incontri fra Miur e sindacati in merito alle assegnazioni provvisorie per l’anno scolastico 2018/2019, l’ultimo lo scorso 9 maggio.
L’intenzione generale è quella di prorogare il contratto dello scorso anno, anche se risulterebbero necessarie alcune modifiche di alcuni punti specifici.
A tenere banco è comunque il tema delle assegnazioni provvisorie ai docenti di ruolo senza specializzazione sui posti di sostegno, che vorrebbero “approfittare” della finestra di mobilità annuale per rientrare a casa, specie i docenti del sud che hanno accettato il ruolo al Nord con la legge 107.
Abbiamo visto che tale ipotesi vede il contrasto da parte di associazioni di categoria come MiSoS, che vorrebbe tutelare la continuità didattica oltre ai precari specializzati che in questo modo resterebbero penalizzati.
Anche i genitori degli alunni disabili non vedono tale ipotesi di buon occhio, come ad esempio l’associazione Genitori Tosti non Forti, che ci ha inviato un comunicato al riguardo.
Il sostegno non è lo strumento per tornare a casa
“Ogni anno scolastico i docenti, che hanno aderito al piano assunzionale previsto dalla L. 107/15, chiedono di godere delle assegnazioni provvisorie, su posti di sostegno, anche se sprovvisti della specializzazione, per tornare nelle sedi di loro residenza. Nonostante la normativa del nostro Paese sia all’avanguardia per l’integrazione degli alunni con disabilità, non si riesce a garantire loro di essere seguiti nel loro percorso formativo da un insegnante specializzato. Il sostegno, infatti, è diventato il refugium peccatorum per risolvere le situazioni di difficoltà in cui si imbattono i lavoratori docenti. In Italia ci sono migliaia di docenti specializzati tramite corsi altamente selettivi, ma il MIUR, utilizzando il sostegno come strumento per le emergenze del sistema istruzione, non li stabilizza, negando il sacrosanto diritto di continuità didattica agli alunni con disabilità”.
Accantonamento impossibile