La realtà di tanti insegnanti di sostegno sembra quella di essere utilizzati come supplenti. E accede spesso, sebbene le Linee guida per l’integrazione scolastica escludano teoricamente questa possibilità. Ma c’è pure una nota dello stesso Miur (n. 9839 dell’8 novembre 2010) a “richiamare l’attenzione sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili”.
Ma c’è anche la legge di stabilità del 2015, con cui si impedisce che l’insegnante sia sostituito a un supplente nel primo giorno di assenza (art 1 comma 3333). E l’assenza minima per la sostituzione sale addirittura a una settimana per il collaboratore scolastico.
E allora in mancanza di supplenti, gli insegnanti di sostegno sono chiamati a sostituire gli insegnanti assenti, a scapito però di chi avrebbe bisogno del loro aiuto.
Tanto che il Miur ha emanato, alcuni giorni fa, una circolare con cui deroga, di fatto, a questa limitazione, permettendo ai dirigenti di ricorrere a supplenze fin dal primo giorni di assenza del docente e anche del collaboratore scolastico, ma solo laddove la mancata sostituzione “determinerebbe delle urgenze che non potrebbero trovare alcuna altra risposta atta a garantire la incolumità e la sicurezza degli alunni, nonché la indispensabile assistenza agli alunni diversamente abili determinando, inoltre, necessità obiettive non procrastinabili, improrogabili e non diversamente rimediabili”.
Ora però arriva la bozza della legge di stabilità 2016, che non prevede i finanziamenti necessari a coprire queste “deroghe” cosicché i dirigenti continuano ad esser piuttosto restii a ricorrere a supplenze brevi e tanti preferiscono impiegare gli insegnanti di sostegno per coprire le ore che restano scoperte.
Da qui la segnalazione di Salvatore Nocera, che con l’osservatorio scolastico dell’Aipd, riceve numerose avvisi di questo genere: “Ogni volta inviamo una segnalazione all’ufficio scolastico regionale – riferisce al Redattore Socilae– e, qualora la violazione si ripeta, passiamo alla denuncia per interruzione di pubblico servizio. E ora queste segnalazioni andranno incidere, speriamo, sulla valutazione dello stesso dirigente da parte dell’Ufficio scolastico. Non è lecito utilizzare gli insegnanti di sostegno come supplenti. E i genitori per primi hanno il compito di vigilare su questo, anche tramite i loro rappresentanti in Consiglio d’istituto, e di denunciare le violazioni. Noi, con le nostre associazioni, siamo sempre pronti a sostenerli”.
Ma che interesse hanno i dirigenti a non avvalersi delle deroghe concesse dal ministero? “Interessi di bilancio – spiega Nocera al Redattore Sociale– perché il Miur ha ancora molti debiti verso i fondi scolastici. Che però la riforma incrementerà. E siccome aumenterà anche il potere del dirigente – conclude Nocera – è opportuno che aumenti anche il ‘contropotere dal basso’, ovvero il ruolo di vigilanza e di controllo che le famiglie e gli insegnanti devono esercitare”. I
ntanto, è “un disastro” la situazione dell’assistenza specialistica, riferisce Nocera, che imputa la responsabilità soprattutto alla Regione: “La legge che doveva assegnare le competenze del servizio, ora che le province sono state soppresse, doveva essere pronta nel dicembre 2014, poi è stata rinviata al 31 ottobre 2015: mancano pochi giorni. E siamo pronti a denunciare, se anche questo termine non sarà rispettato”.
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