L’avvento della tecnologia e l’uso smodato degli strumenti multimediali hanno alterato il rapporto tra scuola e famiglia e quasi distrutto quel clima sereno che un tempo si respirava tra le aule scolastiche.
Si è ormai diffuso il malvezzo da parte dei genitori “tecnologici” di creare gruppi su whatsapp per scambarsi le informazioni e sapere ogni cosa che accade tra le mura scolastiche.
Spesso i messaggi che veicolano sono per lo più offensivi verso la classe docente e tendenti a screditare, calunniare, sminuire l’operato dei docenti, creando antagonismi e dissapori.
E’ costume dei genitori ritrovarsi nei paraggi della scuola, dopo l’ingresso dei propri figli nelle aule, e intrattenersi per discutere non di come migliorare e rendere più produttivo il lavoro dei docenti e quindi creare un clima costruttivo tra scuola e famiglia, ma di distruggere, o meglio annientare le strategie didattico-educative degli insegnanti mettendole continuamente in discussione.
Per non parlare poi dell’invadenza dei genitori nelle scelte didattiche degli insegnanti, dove quasi si assiste ad un capovolgimento dei rispettivi ruoli e funzioni.
I genitori devono essere solo genitori e il loro compito è quello di educare i figli, gli insegnanti hanno, invece, il compito difficile e delicato di istruire le nuove generazioni per farli diventare futuri protagonisti del domani. Utilizzare gli strumenti multimediali per calunniare e mettere in dubbio il lavoro e l’operato dei docenti è veramente una cosa abominevole, perché si finisce in siffatto modo di deprimere il ruolo sociale dei docenti facendo perdere di prestigio all’istituzione scuola.
Gli insegnanti hanno bisogno di riconquistarsi la scala sociale e per permettere che ciò avvenga ha bisogno del supporto della famiglia e non di genitori che, davanti ai cancelli della scuola, vanno quotidianamente spettegolando sulle scelte e iniziative didattiche messe a punto dai docenti per poi andare a giudicare positivamente oppure negativamente.
Le strategie didattiche e la valutazione degli apprendimenti degli alunni non sono prerogativa dei genitori ma dei docenti, educatori deputati a svolgere questo compito. Hanno fatto bene alcuni Dirigenti Scolastici ad emanare circolari interne per vietare l’uso degli smartphone nelle scuole e richiamare l’attenzione sul fenomeno dello scambio dei messaggi whatsapp tendenti a non creare un clima sereno e costruttivo tra le mura scolastiche.
Questa è la “Buona Scuola” non quella che ci viene dettata e calata dall’alto.
Incominciamo a vedere in faccia la realtà della scuola italiana, i suoi reali problemi, le cose che non vanno e poi insieme operatori scolastici, famiglie ed altri enti, sedersi attorno ad un tavolo e scrivere la riforma strutturale della scuola italiana partendo dalle fondamenta perché cosi com’è fatta oggi va solo demolita.
Costruiamola noi la scuola e non lasciamolo fare alla politica, in quanto con la classe politica sarà sempre un disastro o una riforma partorita male.
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