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I genitori non pagano la retta, la giunta punisce i figli: a pranzo solo col panino

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Una storia che ha dell’incredibile. Peccato che sia vera e sia avvenuta in Italia, nel vicentino. I protagonisti sono nove bambini – sette stranieri e due italiani – iscritti ad un istituto primario di Montecchio Maggiore: poiché i genitori erano in mora con il pagamento della mensa scolastica, ed ignoravano i solleciti, l’amministrazione comunale ha pensato bene di “punire” i bimbi offrendogli dei pranzi a base di pane ed acqua.
“Niente soldi, niente pranzo” devono aver detto i rappresentanti della neogiunta di centrodestra (Lega e Pdl), insediatasi a giugno, dopo la scoperta di un ammanco di oltre 150mila euro nella gestione della mensa scolastica negli anni scolastici 2005-06 e 2008-09. Così hanno inviato le lettere di sollecito alle famiglie, direttamente dai vigili urbani: al 10 marzo erano ancora 52 le famiglie morose, 22 italiane e 30 straniere. Il pagamento sarebbe dovuto avvenire entro 5 giorni. Molti pagano, ma non tutti. Così dal 23 marzo, implacabile, è scattata la “dieta” a base di pane e acqua: a detta delle cronache locali, i bimbi sarebbero rimasti stupefatti, come del resto la dirigente scolastica che ha esortato coloro che erano a posto con le rette di pagamento a dividere il pranzo con i nove esclusi. Trovo dispregiativo dare un pezzo di pane – ha detto la preside Anna Maria Lucantoni – se avessimo immaginato, avremmo fatto una raccolta di fondi“. 
La vicenda è divenuta presto di pubblico dominio. L’associazione culturale Giuseppe Dossetti ha parlato addirittura di una “aperta violazione dei diritti dell`uomo e del fanciullo, riconosciuti dall`Onu e dalla nostra Costituzione. La barbarie dell`episodio riporta al Medioevo. La tanto declamata integrazione, che deve partire soprattutto nelle scuole dell`infanzia, è stata brutalmente violata in nome di un principio, quello economico, che è agli antipodi del concetto di tutela della dignità della persona umana“. E mentre nel paese dell’alto vicentino si moltiplicavano i gesti di solidarietà, la Caritas di Vicenza si dice disposta a saldare il debito delle nove famiglie, sei straniere e due italiane, che sono morose nei confronti del Comune.
Sul caso, assieme a quello sulla gita scolastica differenziata per “censo”, accaduto in un Ipsia di Pordenone, si parlerà anche in Parlamento: il Partito democratico ha infatti annunciato, tramite la senatrice Vittoria Franco, che presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione: l’esponente del Pd chiede dove andrà a finire la scuola pubblica in questa triste epoca della destra, quando tra tagli di governo ed egoismi padani, si sta perdendo di vista il suo valore fondativo, stabilito dalla Costituzione, cioè la creazione di condizioni di uguale cittadinanza“.
Intanto il sindaco leghista di Montecchio, Milena Cecchetto, si è difeso: “Le regole sono regole per tutti e vanno rispettate. Il mondo non può essere dei furbi“. Mentre dall’assessore all’Istruzione e alle politiche Sociali, Barbara Venturi, è giunta una non certo irrilevante precisazione: “non era un tozzo di pane, ma panini imbottiti al prosciutto e al formaggio per quelli che non mangiano carne di maiale“.