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I giochi sono fatti: a settembre si torna in cattedra da precari

Come amanti furtivi Conte ha incontrato M5S, IV, PD e Leu nel cuore della notte ed insieme hanno raggiunto un accordo: via le crocette, il concorso straordinario si farà a settembre o dopo, a seconda delle condizioni pandemiche, tramite un elaborato.

A settembre dunque torneremo in cattedra da precari, e se l’avvio del nuovo anno scolastico sarà strutturato con il doppio turno, si dovranno prevedere in cattedra molti più di 200 mila docenti a tempo determinato.

Ci chiediamo dove sia finita la coerenza di PD e Leu che in questi mesi si erano mostrati sostenitori di un concorso per titoli e servizio anche a fronte degli sforzi e dei sacrifici del corpo docente precario che, a proprie spese, ha prontamente fronteggiato l’emergenza epidemiologica con professionalità e spirito di abnegazione. Non solo, una delle bandiere sventolate in tutti i comunicati stampa è stata la necessità di avviare l’anno scolastico garantendo la tanto decantata continuità didattica, stavolta davvero imprescindibile dopo un annus horriblis come quello appena concluso. E invece assisteremo al solito carosello delle nomine dei precari, che cambieranno ancora scuola e alunni, e solo alcuni studenti vedranno i loro Prof. riconfermati dal concorso, dato che il numero dei posti messi a bando è sempre stato insufficiente. Ma nella notte, la grande necessità di garantire stabilità didattica e tutti gli emendamenti al riguardo si sono dissolti come i sogni al levarsi del sole.

Torna quindi lo spettro del F.I.T. contenuto nella “buona scuola” dell’allora PD di Renzi, quella legge 107 tanto osteggiata dal M5S ed utilizzata come mezzo di propaganda.

Riaprire a settembre con più docenti stabilizzati e rimarginare in parte la profonda ferita del precariato era possibile tramite una soluzione lineare: corso-concorso per titoli e servizio. Come sempre in Italia, le soluzioni efficaci ed economiche non prendono mai vita, le carte vengono continuamente rimescolate e la platea di circa 80mila docenti precari con tre anni di servizio è destinata ad aumentare e a rappresentare l’ago della bilancia alle prossime elezioni. Nulla viene ancora specificato riguardo al tipo di prova e quale sarà la sorte dei docenti con servizio esclusivo su sostegno. Una prova orale con discussione di un’UDA sarebbe stata una soluzione accettabile e in linea con le posizioni avute di recente da parte del Governo.

Quanto al settore sostegno, non si hanno risposte in merito alla necessità di garantire accesso diretto alla formazione ad insegnanti con pluriennale esperienza nell’inclusione scolastica e che, ad oggi, risultano beffati tre volte: esclusi dal concorso sul sostegno nonostante la pluriennale esperienza, tale esperienza vale zero punti anche per il concorso ordinario su materia; esclusi dal concorso straordinario su materia. Infine, il 90% dei precari su sostegno sarà escluso anche dalla possibilità di formarsi col TFA nonostante la certezza di ricoprire ancora il ruolo di insegnante di sostegno il prossimo anno. Si continuano a sfruttare i precari preferendo di destinare alla formazione solo il 10% dei posti necessari. Questa non ci sembra una scelta di buon senso e sensibilità nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie, e dimostra scarsa attenzione del Governo verso il problema della disabilità.

Si attendono le dichiarazioni dei sindacati concertativi: torneranno anche loro sui propri passi o, per la prima volta, sosterranno concretamente le ragioni dei precari?

Come facilmente immaginabile, il CNPS (Coordinamento Nazionale Precari Scuola) è insoddisfatto dell’accordo raggiunto. Non si è voluto considerare lo sciopero del 14 febbraio che ha visto la partecipazione di 20mila docenti, vana è stata l’audizione in Senato del 22 aprile scorso, i paraocchi non hanno permesso al Governo di vedere le affollate mobilitazioni virtuali e di piazza degli ultimi giorni. Grideremo più forte.

A Torino, Giovedì 28 maggio il CNPS parteciperà alla mobilitazione indetta da CUB: h 10:00 in piazza Castello. Nelle prossime ore i docenti si incontreranno e decideranno quali altre azioni intraprendere anche alla luce delle richieste connesse agli emendamenti che sono stati presentati, di cui alcuni con la giusta attenzione, avrebbero potuto sanare alcune situazioni. Ci troviamo invece davanti solo ad uno slittamento dei problemi e alla presenza della Ministra che nonostante le bassezze raggiunte prima e dopo il suo incarico continua a governare indisturbata nell’ambito Istruzione.

Accordo del 25 Maggio: “Ottimo accordo per le forze politiche, non sicuramente per i docenti precari e per gli studenti”. Grazie Governo!

Coordinamento Nazionale Precari Scuola

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