La ministra Stefania Giannini ha preso atto, finalmente, che il quizzone di 60 domande a scelta multipla è inadatto per selezionare i nuovi medici. I tecnici di viale Trastevere stanno studiando per individuare altri strumenti selettivi, da applicare sin dal prossimo anno scolastico, estendendoli, possibilmente, anche alle altre professioni sanitarie, veterinaria ed architettura.
Quali saranno i nuovi criteri di selezione della futura classe dirigente?
C’è né uno, fisiologico, adottato da altri Paesi, come gli Stati Uniti, che è dato dal curriculum dello studente, vale a dire dal voto di maturità, da integrare, eventualmente, con altri elementi sussidiari, sempre che si voglia confermare l’accesso controllato ai corsi universitari.
Aver voluto sostituire il risultato di un percorso scolastico, almeno, triennale, con una prova a quiz, dalla durata di pochi minuti, è stata una scelta inspiegabile; agli studenti è apparsa l’ennesima e gratuita vessazione della gerontocrazia italiana nei loro confronti, per taluni, una macchinosa procedura truffaldina, che ha comportato, tra l’altro, enormi disagi, anche finanziari, alle famiglie.
Non soltanto è stato ignorato il voto di maturità ma la stessa prova a quiz ha trascurato, inspiegabilmente, la scuola secondaria superiore, mancando l’occasione per creare sinergie tra scuola e Università. Una collaborazione questa che appare strategica, tra l’altro, nell’attività di orientamento per elevare il numero dei laureati, fermo, nel 2012, al 55% degli iscritti, mentre il successo medio, nei Paesi Ocse è del 70%.
Ogni percorso di cambiamento nella scuola richiede, oltre alla valorizzazione della professionalità e della dignità del personale e dei docenti in particolare, la crescita della responsabilità e della motivazione allo studio degli studenti. L’alunno non deve soltanto essere messo al centro della didattica ma deve essere collocato al centro della società. Pertanto occorrono misure dettate dal Miur (e non dal Ministro dell’economia, come quella di ridurre a 4 anni i percorsi della secondaria superiore) e dirette a premiare il merito.
Va in tale direzione l’attribuzione “naturale” del valore del voto di maturità perché riconosce la professionalità dei docenti delle scuole superiori e può motivare gli studenti ad una più puntuale applicazione nello studio. Il contrario di quanto è avvenuto sino ad oggi quando i maturandi trascuravano gli impegni scolastici quotidiani per prepararsi ai quiz di primavera.
Se qualche demiurgo ritiene che il voto di maturità non sia sufficiente oggettivo, si tratta di lavorare per renderlo più uniforme tra le differenti realtà territoriali.
Premiare gli studenti meritevoli (art. 34 Cost.) significa istituzionalizzare procedure per la concessione di borse di studio “significative”, nelle scuole di ogni ordine e grado, agevolare il loro inserimento nel mondo del lavoro ( prevedendo riserve di posti nei concorsi pubblici, concedendo sovvenzioni agli imprenditori privati ed altro), sbloccare il turn over e rimodulare il sistema pensionistico della Fornero.
Sono queste le misure che possono favorire una scuola seria, autorevole, fondata sul merito.
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