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I giovani che (anche a scuola) mangiano male? Rischiano di ammalarsi più dei nonni

Ragazzi mangiate meglio perché altrimenti la vostra salute, malgrado i progressi della scienza e della medicina, rischia di essere meno buona di quella dei vostri nonni. Non sembra una provocazione, ma un reale rischio quello espresso dall’Osservatorio Grana Padano, che nei mesi scorsi ha rilevato, grazie al contributo di medici di medicina generale, pediatri, dietisti e nutrizionisti, le abitudini alimentari della popolazione italiana, e in particolare quella dei bambini.
La brutale conclusione del centro di ricerca, i cui risultati sono stati presentati il 24 settembre, è che i nostri figli “rischiano di vivere meno e con più malattie rispetto ai loro nonni“. Tutta colpa, dicono, delle errate abitudini alimentari, sia nelle mense scolastiche che in famiglia, condotta dai nostri ragazzi nella fascia di età tra i 7 e gli 11 anni: seguono “sempre più spesso una dieta basata su cibi di scarso valore salutistico e ricchi di calorie vuote, piuttosto che consumare alimenti della dieta mediterranea“.
Del resto è stato davvero deludente il risultato raggiunto dai nostri ragazzini: a fronte di un indice ottimale di circa 2,0, il valore mediano Mai (Mediterranean adequacy index o indice di mediterraneità della dieta) relativo all’alimentazione seguita da 2.193 bambini italiani tra 7-10 anni è stato di 1,37 nel Nord Est, 1,23 nel Nord Ovest, 1,20 nelle isole, 1,16 nel Centro ed appena 1,09 nel Sud. “La conseguenza – afferma l’osservatorio – è che anche tra i bambini si assiste ad un aumento della diffusione di obesità, di ipertensione e di valori di colesterolo alto“.
Sotto accusa, in particolare, gli istituti scolastici. Da dove, invece, dovrebbe arrivare l’esempio positivo: “Le mense delle nostre scuole – dice Margherita Caroli, presidente del European childhood obesity group – non sempre assicurano una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale ai bambini. La qualità del servizio di ristorazione scolastica presente in Italia è a macchia di leopardo: mentre in alcune province i responsabili si rivolgono alle unità operative di nutrizione delle Asl per richiedere menu con una valutazione nutrizionale, per preparare menu speciali per bambini con problemi, per la preparazione dei bandi di gara per la concessione degli appalti, altrove tutto questo non avviene“.
Gli esperti hanno anche indicato la dieta ideale che i nostri ragazzi dovrebbero assumere: tra pranzi e cene (14 pasti) ogni settimana, i ragazzini dovrebbero alimentarsi da 7 a 10 volte alla settimana co primi piatti a base di pasta, riso, polenta; 1 o 2 porzioni al giorno di pane, o più, se sostituisce pasta, riso, polenta o patate; 2-3 volte a settimana con carne fresca; 2-3 con volte pesce; 1-2 volte con uova; 2 volte con formaggio; 2-3 volte con legumi; 1 volta con patate; 12 volte con verdura; 1 volta ogni 2 settimane con fritti; 18-21 volte la settimana con la frutta; 1-2 volte ogni 2 settimane con un dessert.
Se si proseguirà nel trend che già era stato segnalato dai Centers for disease control and prevention statunitensi e che i dati dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano hanno evidenziato per l’Italia, c’è da aspettarsi “un’inversione della tendenza – ha spiegato Claudio Maffeis, professore di Pediatria presso l’Università di Verona – al costante aumento della vita media libera da disabilità, che in Italia è attualmente tra le più alte al mondo. I nostri figli – dice – rischiano di vivere meno e con più disabilità rispetto ai loro nonni. Occorre pertanto riflettere sul fatto che assumere corrette abitudini alimentari per tutta la famiglia e trasmetterle ai propri figli è come sottoscrivere un’assicurazione sulla loro vita“. Solo che anziché i soldi garantisce in cambio, nella grande maggioranza dei casi, un bene molto più prezioso: la buona salute.
Alessandro Giuliani

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