Lo scorso 6 marzo al teatro Rex di Giarre, si è svolto il Convegno “Giuseppe Macherione: patriota e poeta giarrese”. L’evento, organizzato dalla Commissione Cultura della Consulta Provinciale Studentesca (CPS) di Catania e patrocinato dal Comune di Giarre, ha voluto valorizzare la letteratura e la cultura siciliana, arricchendo le conoscenze degli studenti di II grado giarresi sulla illustre figura del loro giovane poeta e patriota. Sono intervenuti il Sindaco Roberto Bonaccorsi, l’Assessore alla Cultura Antonino Raciti, il Prof. Carmelo Torrisi, già Dirigente Scolastico della S.M. “Macherione” di Giarre, il Prof. Paolo Amato, il Presidente della CPS di Catania Salvatore Musumeci. Ha moderato Fabiano Orfila, Referente Commissione Cultura della CPS.
È stata presente una cospicua rappresentanza degli studenti degli istituti professionali e tecnici giarresi.I relatori hanno brillantemente tratteggiato la figura del prodigio Giuseppe Macherione che nato a Giarre il 22 marzo del 1840 a soli tredici anni scriveva poesie già notevoli per sensi e forme. Carlo Leopardi, fratello dell’illustre poeta, affermò che “nemmeno il fratello Giacomo era giunto così presto all’arte del comporre”. Gli eventi che scossero la sua vita (un amore non ricambiato e la perdita precoce della sorella a quattordici anni morta di colera, di un fratello studente universitario annegato nel mare di Catania e della madre che egli adorava) lo fecero poeta del dolore. Ma, il suo spirito “ardente, indomabile e battagliero”, così come lui stesso si definì, lo porteranno a trattare temi più forti in senso storico e ideologico, meno personali, in aderenza agli avvenimenti di quegli anni (1859 – 1860). La sua poesia si tinge di patriottismo in senso civile e guerresco. Il sogno di tutta la sua vita fu l’Unità di Italia con Roma capitale. Dopo la rivoluzione siciliana dell’aprile del 1860, si dà alla lotta politica con tutto il suo vigore spirituale. Fonda, con amici, due giornali: “Unità e Indipendenza” a Catania e il “Sud” a Palermo. Nel 1861, quando gli restavano solo tre mesi di vita, si reca a Torino con un gruppo di deputati siciliani per assistere al grande avvenimento storico della proclamazione del Nuovo Regno dell’Italia Unita e per dare il suo contributo alla difficile e delicata costituzione politica e amministrativa del nuovo Stato. Il 22 maggio del 1861 muore di tisi a Torino. Agli studenti della CPS un plauso da parte dei relatori che hanno definito l’iniziativa nobile non solo per aver trasmesso ai giovani valori intramontabili quali l’amore per la patria e il senso civico, ma per aver anche portato alla ribalta la memoria di un personaggio che ha inciso, lasciandone traccia nel propria città e nell’intera nazione.
Il Convegno si è concluso con un corteo che dalla centralissima via Callipoli ha visto gli studenti raggiungere Villa Regina Margherita dove una rappresentanza di essi ha deposto una corona di alloro ai piedi del monumento dedicato al poeta.
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