I docenti più avanti negli anni – che non sono pochi nella scuola italiana – spesso lamentano una frattura che appare sempre più ampia tra adolescenti e politica. Uno iato che produce, a loro modo di vedere, una totale assenza di impegno nella vita personale e in ambito scolastico.
Parte subito il confronto con gli anni della loro giovinezza, allorché nelle scuole superiori italiane il dibattito politico era acceso, e anche troppo, se ricordiamo che spesso i licei erano teatro di veri e propri scontri armati – catene e corpi contundenti di ogni tipo – tra giovani di destra e di sinistra, che negli anni Settanta si chiamavano più semplicemente fascisti e comunisti. Le neonate assemblee d’Istituto, venute alla luce grazie ai decreti delegati del 1974, erano un luogo di confronto aspro al quale intervenivano in centinaia. Il megafono – quasi del tutto scomparso oggi – era lo strumento feticcio della parola e della partecipazione.
Non è certo questa la sede per abbozzare un’analisi del cambiamento socio-antropologico degli adolescenti nel corso dei decenni successivi agli anni di cui parliamo, ma è altrettanto certo che il rapporto tra giovani e politica si è molto trasformato nel tempo.
Da ciò che possiamo osservare, infatti, gli entusiasmi partecipativi si spengono in fretta come un fuoco di paglia (avete notizie delle “sardine”?) o si convogliano, trasformandosi in masse oceaniche, dietro una persona che i media hanno provveduto a rendere famosa in tutto il mondo, come nel caso di Greta Thunberg. Raramente nascono nelle sedi opportune, le aule magne delle nostre scuole, in cui sempre più posti rimangono liberi durante le assemblee d’Istituto mensili, alle quali sempre meno utenti sono collegati durante le assemblee online di questi tempi.
Il romanzo che presentiamo questa settimana, “Il bordo vertiginoso delle cose” di Gianrico Carofiglio ha – tra gli altri – il merito di farci rivivere con grande nitidezza gli anni Settanta, di disseppellire parole e sigle (DC, PCI,MSI), che alla maggioranza dei nostri alunni appaiono come delle semplici lettere dell’alfabeto ma che nei loro nonni hanno scatenato passioni ed entusiasmi.
Che tuttavia hanno anche prodotto violenza, non dimentichiamolo: i licei e le università sono stati anche terreni fertili per la crescita della cosiddetta lotta armata, del terrorismo rosso e nero, di quel periodo buio della storia italiana conosciuto come gli Anni di piombo.
C’è questo e tanto altro nel romanzo di Carofiglio: Il bordo vertiginoso delle cose è un atto d’amore dell’autore nei confronti della propria giovinezza ma diventa anche un vero e proprio documento storico che i docenti potranno utilizzare a supporto dei loro corsi di storia contemporanea.
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