Il Rapporto Giovani 2013, realizzato dall’Istituto Toniolo e pubblicato da Il Mulino, afferma che “verso le nuove tecnologie i giovani hanno un atteggiamento sempre meno ingenuo, riconoscendone limiti e rischi da non sottovalutare. E sono scettici, soprattutto nel contesto italiano, rispetto alla possibilità che i nuovi linguaggi e la rete, strumento che essi usano e gestiscono in modo maggiore e più competente rispetto al resto della popolazione, siano finora riusciti a diventare un mezzo di cambiamento vero e a far contare di più le nuove generazioni”.
Ma il dato più significativo del rapporto sta nel fatto che ai livelli più bassi della fiducia dei giovani si trovano i partiti politici, il Parlamento e il Governo, mentre ad ottenere un voto positivo sono le forze dell’ordine e la scuola.
Questo vuol dire, viene spiegato nello rapporto, che i giovani tendono ad avere fiducia nelle istituzioni “solo quando vi trovano all’interno una coerenza esemplare e quando, soprattutto, riescono a costruire con le persone che le rappresentano un rapporto positivo”.
Resta dunque fondamentale l’interscambio personale, partendo proprio dal sistema dell’istruzione con la fiducia dei giovani nella scuola che non dovrebbe essere delusa. Un compito che i docenti hanno e che non è di surroga alla scadente immagine della politica, ma di supporto alla tenuta delle istituzione insieme alla voglia di partecipare e di dare speranza affinchè la politica si rinnovi