Famiglia e scuola sono deputare a educare i giovani. Le forze armate non hanno questo compito, ma quello della difesa del Paese e dei suoi cittadini. A ricordarlo è stato il ministro della difesa Guido Crosetto: commentando l’ipotesi di ritorno della leva obbligatoria per attività svolte dai giovani a favore della comunità, durante la 95esima adunata degli Alpini svolta domenica 12 maggio a Vicenza, Crosetto ha specificato che “le forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola”.
Il ministro della difesa ha quindi sottolineato che “le forze armate servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace”.
Quindi, Crosetto ha concluso il concetto ribadendo che “il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate”.
Il servizio civile universale rappresenta una scelta volontaria che possono intraprendere tutti giovani di età compresa tra i 18 e 28 anni (29 non compiuti), anche stranieri regolarmente residenti in Italia: viene data loro la possibilità di dedicare fino a un anno della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
“Il Servizio civile universale rappresenta un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani, che sono un’indispensabile e vitale risorsa per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese”, spiega il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.