“I giovani non sanno nemmeno l’italiano”: parola di Fornero

“I nostri giovani sanno troppo poco. Non conoscono le lingue, l’italiano compreso e neanche i rudimenti della matematica. Non sanno fare di conto”. E poi ha citato alcune statistiche sui giovani nella fascia di età compresa fra 18 e 24 anni, con il solo titolo di scuola media inferiore e non inseriti in altri percorsi formativi: “La media europea è del 14%, in Italia del 18,8%, in Spagna dell’11% e in Francia del 12%.” 
E poi ha proseguito dicendo che una percentuale “troppo alta di giovani è lasciata a se stessa e vive in uno stato d’abbandono. E questo e’ molto rischioso per una società.”
“Anche nella fascia d’età dai 30-34 anni, se si guarda ai giovani che hanno un titolo universitario, la situazione non è migliore. La percentuale media europea è del 33,6%, in Italia 19,8%, in Francia 43,5%, in Spagna 40%, in Germania 30% e nel Regno Unito 43% .Se andiamo a guardare la qualità della nostra istruzione si vede che i nostri ragazzi sanno troppo poco. E’ un mondo abbastanza sconsolante”. 
Fornero ha anche detto che l’università ha sempre tenuto un atteggiamento snob nei confronti delle imprese.  
E il coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello, immediatamente risponde:“Il Ministro Fornero non deve attaccare i giovani che non sanno le tabelline. Se i giovani italiani hanno problemi con italiano, matematica e inglese, forse le responsabilità maggiori vanno attribuite al sistema educativo, alla Scuola e agli insegnanti. Le consiglio di farsi già oggi un happy hour con il ministro Profumo e iniziare a buttare giù una seria riforma di Scuola e Università, la principale riforma da fare se si vogliono aiutare i giovani italiani a trovare lavoro”. 
“Quanto poi a tutti i giovani che hanno un titolo di scuola media inferiore ma non sono inseriti in altri percorsi formativi, il Ministro Fornero si faccia una domanda. E si dia anche una risposta. Se non ce la da lei, Ministro del Lavoro, chi?”. 
“Forse se siamo arrivati a questo punto, è perché per tanti anni una classe dirigente (non certo giovane), ci ha spiegato che spesso in politica due più due non fa quattro”.

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