Il Parlamento italiano, con la legge n. 211 del 2000, ha istituito il 27 gennaio, data dell’abbattimento, da parte delle truppe sovietiche che avanzavano verso Berlino, dei cancelli di Auschwitz, quale “Giorno della Memoria” (cinque anni prima che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite scegliesse, con risoluzione 60/7 del 2005, la stessa giornata del 27 gennaio) in ricordo non solo dello sterminio del popolo ebraico ma anche delle persecuzioni subite da varie minoranze e dai deportati militari e politici nei campi di concentramento, nonché delle leggi razziali introdotte nel nostro Paese dal regime fascista (ricordiamo che proprio 80 anni fa, nel 1938, le leggi razziali furono peraltro firmate ignobilmente dall’allora re d’Italia).
Nell’ambito delle iniziative che saranno realizzate su tutto il territorio nazionale, il Ministero dell’istruzione, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), ha bandito per l’a.s. 2018/2019 la XVII edizione del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, rivolto a tutti gli allievi del primo e del secondo ciclo di istruzione, che ha riguardato (i lavori degli studenti infatti sono già stati inviati) la produzione di elaborati di tipo storico-documentale e/o artistico-letterario, articolati in ricerche, saggi, rappresentazioni teatrali, opere artistiche, attività musicali, cortometraggi, spot, campagne pubblicitarie, ecc. (con la possibilità di utilizzare più forme e canali espressivi, comprese le tecnologie informatiche a disposizione).
Ciascun Ufficio Scolastico Regionale ha costituito una commissione incaricata di individuare per ogni segmento di studi (primaria, secondaria di I grado, secondaria di II grado) due lavori ritenuti meritevoli di concorrere a livello nazionale. Poi una commissione paritetica composta da rappresentanti del Miur e dell’Ucei procederà all’individuazione di un vincitore nazionale per ogni grado di studi. E in occasione del “Giorno della Memoria” i vincitori saranno premiati dal Ministro dell’istruzione e ricevuti dal Presidente della Repubblica.
In attesa che tutti gli Usr pubblichino sul proprio sito web i lavori selezionati (gli elaborati pervenuti sono già stati visionati dalle relative commissioni regionali), vogliamo porre in evidenza un elaborato che ci è stato segnalato per una certa originalità espressiva e di composizione grafica (attraverso un buon “dosaggio” di testo ed immagini abbastanza efficaci nel contesto e nel merito del tema trattato, appunto quello del suddetto concorso per alunni): si tratta di un cartellone, realizzato dagli studenti della classe 5ª E del Liceo artistico statale “Emilio Greco” di Catania, coordinati dalla loro insegnante di “Discipline grafiche” Susanna Leonardi, nel quale i ragazzi hanno inserito: il testo della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”, introduttiva dell’omonimo romanzo (del quale viene anche riportata un’immagine); uno stralcio dell’intervento pronunciato il 5 giugno 2018 al Senato della Repubblica dalla senatrice a vita Liliana Segre, che fu deportata ancora bambina, insieme ai propri familiari uccisi nei campi di sterminio nazisti, e fu poi liberata il primo maggio 1945 a Malchow, dove c’era un sottocampo del lager di Ravensbrück (il più grande campo di concentramento interamente femminile della Germania nazista, nel quale negli ultimi mesi di guerra vennero trucidate decine di migliaia di donne, molte con i loro bambini); il testo della canzone “Auschwitz (La canzone del bambino nel vento)” del cantautore e scrittore Francesco Guccini; una frase tratta dal “Diario” di Anna Frank (anche in questo caso è stata utilizzata un’immagine relativa alla copertina di una edizione del diario dell’adolescente ebrea), che come tanti in Europa fu salvata e nascosta (nel suo caso in Olanda, che però nel 1940 fu occupata dalle forze armate tedesche) da persone amiche e coraggiose (e la ricorrenza del 27 gennaio serve anche per ricordare il ruolo di coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria incolumità hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati), ma poi qualcuno la denunciò, provocandone l’arresto unitamente alle famiglie che abitavano nello stesso nascondiglio. Quest’anno Anne Frank avrebbe compiuto 90 anni, ma è morta a neppure 16 anni nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen.
Inoltre, il cartellone della classe 5ª E propone alcune riflessioni sul “Giorno della memoria” e sul suo significato e un paio di foto che gli alunni, scaricandole dal web, hanno riportato all’interno di un interessante lavoro di composizione grafica e che riguardano il campo di concentramento di Auschwitz.
Un lavoro peraltro in continuità con un precedente progetto, perché ha preso spunto da un programma interdisciplinare (“Storia” e “Discipline grafiche”) sul “Giorno della memoria” che un paio di anni fa venne realizzato da un’altra quinta classe sempre della sezione di grafica e che era finalizzato ad un seminario (con relativo manifesto eseguito dagli alunni), rivolto agli studenti delle classi terminali, sul “Giorno della memoria” con interventi dell’allora presidentessa dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) della provincia etnea, di un docente universitario e di un giornalista. Seminario che venne ospitato nella stessa sede del Liceo artistico “E. Greco”, il cui dirigente scolastico è Antonio Alessandro Massimino, un preside sempre pronto a sostenere progetti ed iniziative formative degli alunni.
E certamente queste nel quadro della ricorrenza del “Giorno della memoria” sono iniziative importanti per non dimenticare l’Olocausto e le persecuzioni subite anche da minoranze o da oppositori del nazismo, in un momento in cui in Europa emergono assai preoccupanti rigurgiti nazi-fascisti.
Ricordiamo, in quanto avvenuto pochi giorni fa a Roma, il riprovevole episodio delle “pietre d’inciampo” divelte dal selciato e sottratte di notte: si tratta di “sampietrini” dorati che ricordano il nome di ebrei deportati nei campi di concentramento durante le persecuzioni razziali.
Furto aggravato dall’odio razziale: questo il reato iscritto dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo in relazione all’oltraggio alla memoria degli ebrei deportati, per via delle “targhe” rubate. Un atto criminale che la presidente dell’Associazione Arte in Memoria, Adachiara Zevi, definisce “un attacco inaudito di fascismo e di antisemitismo”.
Le installazioni delle “pietre d’inciampo” in memoria delle vittime delle persecuzioni sono iniziate nel 1995, ad opera del berlinese Gunter Demnig, che ebbe l’idea dopo aver sentito che una donna di Colonia negava che in quei terribili anni di guerra ci fosse stata la deportazione dalla città tedesca di un migliaio di zingari di etnia sinti. Da allora, l’artista ha dato vita a un “memoriale” costituito da oltre 60mila pezzi dislocati per le strade di 21 Stati europei; Demnig intitola e depone un “sampietrino” ricoperto di una piastra di ottone con incisa una dedica nominale ogni volta che viene a conoscenza della storia di una vittima delle persecuzioni naziste “(la “targa” commemorativa viene posta nei pressi del luogo dove quella persona abitualmente risiedeva).
Anche questo un modo per tenere viva la memoria, affinché quegli orrori non si ripetano.
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