Dal 13 al 16 dicembre, a Trieste si è tenuta una conferenza internazionale in occasione della Presidenza italiana della Task Force for International Cooperation on Holocaust Education, Remebrance and Research, durante la quale sono state esaminate le linee educative seguite – nei Paesi che costituiscono questo organismo internazionale – nel campo della didattica in merito alla Shoah. Le scuole sono anche in questo caso chiamate a favorire una positiva crescita umana, civile e culturale nel solco dei valori del confronto, del rispetto, della fratellanza.
Per ricordare l’olocausto subito dagli ebrei e per promuovere studi ed approfondimenti su questa grande tragedia del Novecento, il Miur anche quest’anno ha indetto il concorso per alunni "I giovani ricordano la Shoah", suddiviso in due sezioni, una per le classi delle scuole elementari e medie, l’altra per le classi delle scuole di istruzione secondaria di II grado.
Degli elaborati pervenuti entro lo scorso 6 dicembre, le Direzioni generali degli Uffici scolastici regionali effettueranno, con la collaborazione di un gruppo di lavoro appositamente costituito, una prima selezione per individuare i lavori ritenuti più meritevoli a livello regionale. Gli elaborati prescelti dovranno essere inviati entro il mese di dicembre all’Ufficio del Capo Dipartimento per i Servizi nel territorio e per lo sviluppo dell’istruzione. Una giuria, composta da rappresentanti del Miur e dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, sceglierà i lavori ritenuti maggiormente degni di nota, i cui autori saranno premiati in occasione del "Giorno della memoria", che, istituito dal Parlamento italiano con la Legge n. 211/2000, si celebra il 27 gennaio (giorno dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz) per ricordare le leggi razziali in Italia, lo sterminio del popolo ebraico e le persecuzioni subite anche da zingari, da altre minoranze e dai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
Per la prima sezione del concorso, organizzato dal Miur con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il tema scelto è stato il seguente: "A sessant’anni dalla liberazione di Auschwitz, la testimonianza dei sopravvissuti diventa sempre più rara e preziosa. Avete avuto modo di sentire raccontare della Shoah da qualche testimone diretto? Oppure, come ne siete venuti a conoscenza? Attraverso la famiglia, la scuola, le letture o i mezzi di comunicazione? Con chi ve avete parlato e quali sono state le vostre emozioni?
Riuscite ad esprimerle anche con immagini?".
Per la sezione rivolta agli alunni delle scuole superiori, la traccia, invece, è stata la seguente: "A sessant’anni dalla liberazione di Auschwitz, la testimonianza dei sopravvissuti diventa sempre più rara e preziosa. Non è stato facile per loro parlare. Molte le ragioni: la difficoltà del ritorno, le conseguenze dell’esperienza vissuta, la paura di non essere creduti, la responsabilità di essere gli ultimi testimoni diretti. Quale ritenete possa essere il vostro contributo per raccogliere l’eredità di questa memoria?".
Le classi hanno avuto l’opportunità di avvalersi della documentazione contenuta nei siti (entrambi ciccabili da "Ulteriori approfondimenti") dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (www.ucei.it/giornodellamemoria) e della Fondazione Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, www.cdec.it), partecipando attraverso la realizzazione di ricerche, saggi, articoli di giornale, opere teatrali, sceneggiature, video, Cd, poster.
Anche con riferimento alle tematiche inerenti il concorso, le scuole sono invitate a promuovere, nell’ambito dei percorsi didattici e dell’offerta formativa, occasioni e momenti di riflessione, di confronto, di dibattito sui crimini e sugli avvenimenti tragici che hanno segnato la vita dei popoli in un passato recente.
Le Associazioni professionali hanno inviato un appello alle scuole affinché nei progetti educativi vengano inserite iniziative per far diventare la Giornata della Memoria uno dei temi permanenti da discutere e "vivere" con gli studenti. La lettera delle Associazioni professionali sottolinea come lo stretto rapporto che esiste tra il "fare memoria" e l’educare diventi sempre più una necessità per evitare uno dei motivi fondanti della Giornata del 27 gennaio: "chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo".
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