Se le percentuali li riferiamo in Italia, si vede che studiare paga di più in termini di occupazione, e infatti abbiamo nel 2011 il 5,4% di laureati disoccupati rispetto al 10,4% dei diplomati, ma se le rapportiamo all’Europa, il tasso di disoccupazione dei laureati italiani è aumentato nel 2007-2011 dell’1%, mentre in Germania è diminuito dell’1,4%.. Anche in termini di reddito la differenza è notevole con l’Europa: i laureati dell’Ue guadagnano il 50% in più rispetto a un diplomato, mentre i nostri solo un 36,2%.
Inoltre vi è un maggiore rendimento retributivo delle discipline scientifiche: limitatamente al solo lavoro dipendente, i laureati in ingegneria e in medicina percepiscono un reddito superiore al 10% rispetto alla media, mentre le lauree in discipline umanistiche e sociali e i laureati in lingue rendono oltre il 10% in meno. Tra i diplomi di scuola secondaria superiore il rendimento più elevato si riscontra per gli istituti tecnici.
Per quanto riguarda invece la percentuale di conseguimento del diploma in Italia è superiore al 70% con i due terzi che prosegue all’università, mentre alto è il tasso di dispersione dei giovani 18-24enni, pari al 18,2% nel 2011, contro il 13,3% della media comunitaria. E come se non bastasse rispetto agli altri paesi Ue l’Italia continua ad avere il livello d’istruzione secondaria più basso: solo il 56% della popolazione adulta contro il 73,2,% della media europea.