A quasi un anno dalla sua approvazione, la legge di riforma dei conservatori e delle accademie ancora non decolla. Trattandosi di una legge quadro, infatti, necessita dei cosiddetti regolamenti di attuazione. Ed è proprio qui che la nave si è arenata.
Negli ultimi mesi, sebbene, siano stati fatti notevoli sforzi da più parti, i soggetti coinvolti non hanno trovato un accordo e, allo stato, sembra ancora tutto fermo.Nel frattempo, i rappresentanti degli studenti dei conservatori e delle accademie in seno al Cnam, appoggiati da un cospicuo numero di rappresentanti dei vari istituti Istituti sparsi in tutta Italia, si sono organizzati ed hanno inviato una lettera a De Mauro sollecitando il superamento della fase di stallo. "Come rappresentanti del CNAM Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale – si legge nella missiva – abbiamo steso una bozza con i criteri generali per l’adozione dell’autonomia statutaria che è il primo passo per l’attuazione della Riforma, al fine di accelerare i tempi delle procedure che, come sa, prevede la concertazione tra MURST e MPI. Purtroppo- continuano gli studenti- riscontriamo dalla parte burocratica della sua amministrazione resistenze passive nell’esprimere tempestivamente i suoi pareri anche quando è in gioco un assetto di livello superiore obiettivamente al di fuori delle sue competenze, mentre è vitale prefigurare nei programmi, anche in via sperimentale, il nuovo assetto del ciclo secondario da raccordare con quello superiore senza sconfinanti.
Da un siffatta situazione derivano ritardi e remore nell’attuazione della riforma a tutto detrimento dell’obbiettivo prioritario di portare noi studenti alla pari dignità con i colleghi europei". Dall’approvazione del provvedimento deriva anche l’avvio dei corsi integrativi che consentiranno l’equiparazione alla laurea per i vecchi diplomi, ai fini dell’ammissione ai concorsi pubblici.
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