I ragazzi sono sempre più convinti che le nuove tecnologie contribuiscono a creare nuovi posti di lavoro.
Il dato emerge dalla ricerca condotta da Lenovo su un campione di 15 mila persone in diversi Paesi del Mondo, tra cui anche l’Italia.
Se da un lato c’è ancora chi esprime preoccupazione che le nuove tecnologie possano contrarre le richieste del mercato del lavoro, è in aumento la percentuale di quelli che, invece, vedono al digitale con ottimismo; convinti che possa portare benefici sull’automazione eliminando i lavori più ripetitivi e che possa portare nuove opportunità di carriera.
Il nuovo contesto “Always on” creato dai dispositivi digitali, crea aspettative anche in termini di ambienti e metodi di lavoro più flessibili.
In particolare i dati parlano di un 58% degli intervistati convinto che la tecnologia aiuti a trovare posti di lavoro più qualificati mentre una media del 56% crede che l’utilizzo dei nuovi strumenti possa aumentare la propria possibilità di carriera.
Altra opportunità offerta dalle nuove tecnologie smart è quella di risparmiare tempo (circa 30 minuti al giorno) nelle attività giornaliere.
Insomma, cresce sempre di più la cultura, soprattutto tra i giovani, che la tecnologia non sia più uno spauracchio ma che invece, se ben sfruttata, possa essere di ausilio e supporto nelle attività lavorative e nella vita quotidiana.
Questo cambio di mentalità, che piano piano sta entrando anche nella testa dei più scettici, contrasta con la “querelle” legata alla gestione dei cellulari in classe. Una questione con cui i docenti sono costretti a confrontarsi ogni giorno.
Alcuni Istituti si sono organizzati autonomamente con delle soluzioni pratiche. Uno di questi è l’Istituto di istruzione superiore Bona di Biella, in Piemonte, dove è stato predisposto all’ingresso di ogni aula sul muro vicino la cattedra, un pannello di stoffa con tante tasche dove i ragazzi possono depositare il proprio dispositivo.
L’idea, come riportato da “La provinciadibiella” è venuta da un dirigente dopo una visita in una scuola Olandese. Cosi ha riportato la brillante e semplice idea anche in Italia, istallando questi pannelli di stoffa dove poter riporre i cellulari durante le lezioni e riprenderli comodamente nelle pause.
La soluzione è stata inizialmente accettata con fastidio e distacco dagli studenti. Poi con il tempo hanno capito che non si trattava di una azione punitiva ma solo di educazione al corretto utilizzo degli smartphone a scuola.
La direzione del cambiamento culturale è l’unica via per poter far crescere i lati positivi e le opportunità che possono portare le nuove tecnologie digitali.
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