Perquisendo alcuni ragazzini tra i 13 e i 14 anni, i carabinieri di Pollena Trocchia, in provincia di Napoli, hanno trovato nella tasca di uno di loro una mannaia lunga 27 centimetri. Ma non finisce qui, raccontano i giornali. Un altro 14enne, sempre dello stesso gruppo, è stato trovato in possesso di un coltello da cucina lungo 22 centimetri. Alla domanda delle forze dell’ordine, hanno risposto: “Ci dobbiamo difendere, non si sa mai”.
Difendersi da chi, non è dato capire, anche se si intuisce perfettamente che si tratta di bande che non si sfidano a colpi di endecasillabi e settenari o di idee, ma coi coltelli, richiamando in qualche modo quelle disfide medievali fa fazioni oppose e pure quel famoso duello fra Marcuzio e Tabaldo, espressioni opposte dell’odio fra Capuleti e Montecchi.
Raccontano ancora i carabinieri della compagnia di Torre del Greco che, solo qualche giorno fa, hanno trovato un 16enne in possesso di un coltello a farfalla mentre era in compagnia di altri coetanei.
Un coltello, si badi bene, messo in bella vista, come usavano portare le armi gli spadaccini raccontati da Dumas, e sfoggiato come un trofeo. tanto che usciva dalla tasca dei pantaloni.
Non finisce qui l’esibizione di armi da parte di adolescenti, come riportano i carabinieri di Volla, i quali, qualche notte addietro, hanno denunciato per spaccio e porto d’armi un 17enne incensurato. Il ragazzo era stato fermato e trovato in possesso di hashish e di un coltello a serramanico “perché la zona non è tanto tranquilla ed è meglio girare armati”.
Certamente un’altra domanda sorge spontanea, leggendo questi fatti: la famiglia cosa fa? C’è un genitore in casa che controlla il proprio figlio per vedere se esce armato e dunque pronto, se c’è l’occasione, ad uccidere? E ancora: la scuola? Questi ragazzi la frequentano oppure l’hanno abbandonata per fare altro, come spacciare droga, legarsi in bande in cerca di nemici di fazione opposta? E anche in questo caso non si riesce a capire quale fazione opposta può giustificare l’uso del coltello per contrastare, non certo una idea, ma un mercato di spaccio, una posizione geografica (un muretto, una piazza, una via… o cosa?) particolare a somiglianza di una trincea.
In ogni caso, considerata l’età, questi giovani dovrebbero andare a scuola ogni mattina, cosa che a quanto pare non avviene. E se non avviene, perché nessuno li cerca? E se vengono cercati da qualcuno (gli assistenti sociali per esempio), nessuno intuisce la loro esclusione sociale? Le loro aggressività? La loro insofferenza e l’odio verso un tessuto sociale che con ogni probabilità li esclude?