E così anche nelle prossime settimane i sindacati di base si presentano con scioperi diversi, con il rischio di ottenere risultati modesti.
Il 27 ottobre ci sarà lo sciopero di Sgb, Cub, Slai-Cobas, Si-Cobas e Usi-Ait, mentre il 10 novembre è in programma lo sciopero Cobas, Unicobas e Usb (quest’ultimo sindacato ha revocato all’ultimo momento il proprio sciopero del 17 novembre per unirsi a Cobas e Unicobas). Entrambi gli scioperi sono generali e, almeno per ora, sono gli unici che riguardano anche il mondo della scuola.
Ma che senso ha questo frammentazione? Ne parliamo con Barbara Battista, dell’esecutivo nazionale di SGB, sindacato nato nel febbraio 2016 da una scissione dall’USB.
BARBARA BATTISTA
La genesi dello sciopero del 27 ottobre è molto semplice: il 16 giugno scorso il Paese fu letteralmente bloccato a seguito di un grande sciopero nazionale del sindacalismo di base nel settore dei trasporti. Dopo quella data si è consolidata la stessa compagine sindacale che sta lavorando per una piattaforma sindacale che vada ben al di là dei problemi delle singole categorie. C’è innanzitutto un problema di libertà sindacali che sono state messe in discussione dagli accordi sottoscritti fra Governo e sindacati il 10 gennaio 2014 sulle nuove regole per gli scioperi e il 5 aprile 2016 sui nuovi comparti di contrattazione del pubblico impiego. Bisogna prendere atto che con quegli accordi si è aperta una fase nuova nei rapporti fra sindacati, Governo e padronato: siamo ormai passati dalla concertazione alla palese complicità
Va tutto bene, ma voi davvero pensate che l’adesione allo sciopero del 27 ottobre possa andare al di là di qualche punto percentuale?
BARBARA BATTISTA
Per noi il problema principale è quello di dare ai lavoratori l’opportunità concreta di incidere sulla legge di stabilità prima della sua approvazione non dopo, anche perché non saranno le differenze in centesimi di percentuali a fare la differenza tra i due scioperi Oggi purtroppo neppure la Cgil riuscirebbe da sola ad andare molto al di sopra del 5%, questa è l’altra questione seria da affrontare. Il punto è che è necessario che i lavoratori si riapproprino dello sciopero e del suo significato che è quello di sostenere il conflitto contro ogni complicità con i padroni e i loro governi. Vogliamo lavorare per costruire un fronte unitario dei lavoratori contro le sciagurate politiche dei Governi che si sono succeduti in questi anni.
Però, Chi osserva la situazione dall’esterno ha un po’ la sensazione che il sindacalismo di base non si sforzi troppo per costruire l’unità
BARBARA BATTISTA
Noi non vogliamo aprire solchi con le altre sigle del sindacalismo di base ma purtroppo non possiamo dimenticare che l’accordo del 10 gennaio era stato sottoscritto anche dai Cobas e USB e quello del 5 aprile è stato firmato dall’USB. Ed è bene ribadire che si tratta di accordi che, sulla base di un ricatto, riconoscono diritti e libertà sindacali solo alle organizzazioni che li accettano e, al contempo, li negano a tutti i lavoratori; ne va la definitiva cancellazione dei diritti democratici.
D’altra parte lo sciopero del 27 ottobre è stato discusso da oltre 300 delegati riuniti a Milano in assemblea pubblica e Cobas, USB e Unicobas, attraverso un comunicato, hanno proposto solo lo spostamento della data e il mantenimento di due piattaforme diverse. Nessuno li ha fatto “questioni” di data, piuttosto di contenuti e obiettivi.
E veniamo alla scuola. Quali sono i motivi specifici per cui docenti e Ata dovrebbero scioperare il 27 ottobre?
BARBARA BATTSTA
Intanto c’è un nodo fondamentale, quello dei tempi del percorso parlamentare della legge di stabilità. Uno sciopero a novembre avrebbe poco senso. Nella scuola si tratta di impedire che la legge 107 produca ulteriori scempi, a partire dalle pratiche valutative nei confronti dei docenti. Per il CCNL lottiamo per il riconoscimento della 14° mensilità, anziché il sistema dei premi o del “welfare aziendale” (privato), l’aumento dei fondi ad esempio per le sostituzioni del personale ata e le stabilizzazioni, la riduzione dell’età pensionabile. Ma consideriamo decisiva anche la battaglia contro l’alternanza scuola-lavoro che secondo noi può essere un tema unificante fra le diverse categorie di lavoratori. Ormai molte aziende stanno persino riducendo le assunzioni perché possono usare gli studenti senza neppure pagarli.
Ormai si è capito che per il momento uno sciopero unitario di tutto il sindacalismo di base è improponibile. Ma, da novembre in poi, dopo “essersi contati”, come si usa dire si potrà ripartire e tentare un percorso nella direzione dell’unità. O meglio, a quali condizioni potrà prendere avvio il percorso
BARBARA BATTISTA
Ovviamente noi non abbiamo pregiudizi. E’ necessario però che si creino spazi o occasioni di confronto. Bisogna che le persone si parlino e soprattutto che si eviti il clima di tifoseria al quale stiamo assistendo in questi giorni. E poi c’è un nodo politico di fondo: bisogna lavorare per capire se possiamo costruire una piattaforma comune che parta non solo dalle dichiarazioni di principio ma che abbia come base la rinuncia alla complicità e al ritiro delle firme a quegli accordi.
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