La scuola dell’infanzia è il primo gradino dell’istituzione scolastica nel quale i bambini e le bambine apprendono ed imparano ad apprendere. Il grado dell’infanzia ha diritto ad un riconoscimento e a maggiori investimenti.
Obbligatorietà per l’ultimo anno di frequenza. L’obbligatorietà per l’ultimo anno di frequenza, non inteso come anticipo della primaria, significherebbe riconoscerne il valore educativo, pedagogico e formativo. È la scuola della prima alfabetizzazione emotiva, culturale e sociale dove gioco, esplorazione, ascolto, libertà di espressione, movimento ne costituiscono i connotati. Studi internazionali rilevano che i/le bambini/e che hanno frequentato questo ordine di scuola ottengono risultati migliori nella loro carriera scolastica. Pertanto, l’obbligo della frequenza è un indicatore di successo scolastico oltre che un investimento per incrementare i livelli di istruzione e formazione. In alcuni paesi europei ci sono stati investimenti e riforme nella direzione dell’obbligatorietà: in Francia ed Ungheria fanno iniziare l’obbligo a 3 anni, in Grecia e Lussemburgo a 4 anni, in Belgio, Lettonia, Slovacchia, Romania, Malta e Cipro a 5 anni. La frequenza dovrebbe essere garantita per tutti e tutte a livello nazionale. In alcune aree del Sud, l’offerta del tempo pieno è ridotta, con la conseguenza di una scarsa occupazione femminile. Investire nella scuola dell’infanzia significherebbe ridurre le disuguaglianze e il divario tra Nord e Sud, contrasterebbe la povertà educativa, favorirebbe l’occupazione femminile e si porrebbe in contrasto con l’autonomia differenziata, dove le Regioni deciderebbero in totale autonomia sui programmi, strumenti e risorse. La scuola dell’infanzia, non essendo obbligatoria, è e sarà la prima istituzione statale “sacrificata”. Ruolo unico, parità oraria e di retribuzione. I docenti sono dipendenti pubblici confinati per tutta la loro vita professionale a un livello retributivo tra i più bassi d’Europa. Un insegnante del Lussemburgo può arrivare a percepire più del triplo di un insegnante italiano. Come COBAS rivendichiamo il ruolo unico e la parità oraria e di retribuzione. Nella scuola dell’infanzia l’orario è di 25 ore settimanali, nella primaria di 24 e nella secondaria di 18. La retribuzione stipendiale dei docenti dell’infanzia e della primaria è, però, di gran lunga inferiore. Per insegnare nella scuola dell’infanzia è richiesto un titolo di laurea magistrale quinquennale, comprensivo di tirocinio. Inoltre, ai docenti dell’infanzia sono richieste competenze empatiche, psicopedagogiche, didattiche e metodologie ludiche di progettazione, organizzazione e verifica degli apprendimenti.
Diritto al sostegno. La legge n. 517 del 1977 è stata una delle leggi più all’avanguardia d’Europa. Bisogna superare la separazione tra insegnanti curriculari e insegnanti di sostegno. Il team docente è corresponsabile ed assegnato all’intera classe. Molte le situazioni che richiedono interventi costanti, ausili e sussidi che la scuola non è in grado di offrire; le ore di sostegno sono spesso insufficienti per garantire il pieno diritto allo studio. Di fronte a queste criticità spesso i bambini e le bambine frequentano un orario ridotto e tutto ciò ha una ricaduta sulle famiglie che si caricano di nuove difficoltà ed ansie. L’accesso ai servizi di neuropsichiatria infantile del servizio pubblico per valutazioni e terapie non è garantito per i tempi di attesa (spesso anche un anno) insostenibili. Sappiamo quanto sia fondamentale in questa fase evolutiva un intervento tempestivo e rapido. Ritardare l’accesso ai servizi di neuropsichiatria significa che il “disturbo” diviene meno trattabile e quindi l’intervento meno efficace. I genitori che possono sostenere la spesa economica troveranno risposte nei centri privati e quelli che non potranno si sentiranno discriminati con un diritto negato.
No alle classi-pollaio. Per una scuola inclusiva chiediamo la riduzione del numero di alunni per sezione abolendo le classi pollaio che impediscono qualsiasi didattica efficace.
Sì alla pensione anticipata senza decurtazione. Le insegnanti della scuola dell’infanzia rientrano tra la categoria delle professioni gravose. Presidi medici ed infermieristici. Si ritiene importante il ripristino del servizio di medicina scolastica con presidi pediatrici ed infermieristici non solo per interventi di primo pronto soccorso ma per svolgere attività di promozione della salute e del benessere degli alunni.
Materiali didattici. Rivendichiamo la cura per la bellezza delle nostre scuole con finanziamenti di materiali e sussidi didattici per vivere una scuola pubblica, multiculturale e gratuita per tutti e tutte.
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