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I neolaureati vogliono un concorso ordinario senza disparità di trattamento

Un emendamento al Decreto sulle “pensioni quota 100”  interviene sulla costruzione del futuro bando del concorso  ordinario  per gli insegnanti.

Si tratta di un emendamento all’articolo 14 del DDL 1018, conversione in legge del decreto 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni. Nel testo si legge che i docenti che parteciperanno al concorso a cattedra ordinario potranno godere nelle graduatorie di merito di un punteggio titoli posseduti fino al 40% di quello complessivo.

Tra i titoli valutabili sarà particolarmente valorizzato il servizio svolto presso le istituzioni scolastiche, al quale è attribuito un punteggio fino al 50% del punteggio attribuibile ai titoli.

Questa supervalutazione del servizio di insegnamento creerà una disparità di trattamento nell’espletamento del prossimo concorso ordinario.

Una disparità che sarà impugnata dall’industria dei ricorsi. Sono tantissimi gli aspiranti insegnanti neolaureati che mi chiedono di intervenire sull’argomento. Infatti, tutti gli aspiranti insegnanti laureatisi negli ultimi anni (ricordiamo che a decorrere dall’anno scolastico 2016/17, l’inserimento nelle graduatorie di circolo e di istituto può avvenire esclusivamente a seguito del conseguimento del titolo di abilitazione) sostengono che in un concorso pubblico (concorso a cattedra ordinario) tutti i candidati devono partire al nastro di partenza con le stesse possibilità di successo.

Per il momento possiamo dire che il bando del concorso ordinario del 2019 potrebbe arrivare entro l’estate (mese di agosto), anche se l’iter organizzativo  potrebbe rallentarsi per i vari passaggi previsti.

Aldo Domenico Ficara

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