Il vero nodo da sciogliere per garantire la piena legittimità dell’anno scolastico a ciascuno studente è la valutazione. La questione è delicata e comincia a preoccupare seriamente le famiglie.
Il ministero punta alla “completa spendibilità delle attività svolte a distanza ai fini della validità dell’anno scolastico”, come ha detto la ministra Azzolina. Questo significa anche assicurare un’adeguata valutazione a tutti, evitando sanatorie indiscriminate con 6 politico.
Aldilà delle dichiarazioni, finora però le scuole hanno pochi riferimenti certi e procedono in ordine sparso. Sulla valutazione, la Nota 388/2020 si limita a richiamare alcuni principi già noti:
– Il “dovere alla valutazione” è competenza del profilo professionale del docente.
– Il “diritto alla valutazione” è per lo studente un elemento indispensabile di verifica dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune.
– La valutazione ha sempre un ruolo di valorizzazione, di indicazione a procedere con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in un’ottica di personalizzazione che responsabilizza gli allievi.
– È necessario procedere alle attività di valutazione secondo i principi di tempestività e trasparenza.
– Le forme, le metodologie e gli strumenti per procedere alla valutazione in itinere degli apprendimenti, propedeutica alla valutazione finale, rientrano nella competenza di ciascun insegnante e hanno a riferimento i criteri approvati dal Collegio dei Docenti.
– La riflessione sul processo formativo, compiuto nel corso dell’attuale periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza, è condivisa dal Consiglio di Classe.
Fatto sta che la valutazione, in itinere e soprattutto finale, mai come quest’anno costituisce un elemento critico, e bisognerà orientarsi a una “valutazione formativa” che punti sugli aspetti nodali e tenga in considerazione tutti gli elementi di crescita dello studente.
Possibili “promozioni con riserva”?
Resta aperto inoltre il problema della valutazione per quella parte di studenti che non ha partecipato o svolto l’attività didattica a distanza, per carenze strumentali o di connessione. Di sicuro non potranno essere penalizzati se, per vari motivi, non si è potuto garantire con continuità il diritto allo studio.
Lo stesso vale per gli alunni con disabilità. Dal monitoraggio fatto, risulta che 89% delle scuole abbia predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con disabilità. E gli altri?
Per tutti costoro, si può forse pensare a una “promozione con riserva” condizionata a un recupero da fare l’anno successivo.
E gli studenti che hanno debiti non recuperati? Non sarebbe legittima una “sanatoria” tout court. Anche in questo caso si può pensare a un recupero delle competenze non raggiunte nell’anno scolastico successivo.
Ormai però i tempi stringono e da più parti si chiede “certezza”, non “orientamenti” ma decisioni. C’è chi propone una cabina di regia per definire una “strategia di uscita” condivisa, e chi chiede un’ampia consultazione con tutte le parti interessate, dalle forze sociali e professionali a quelle politiche e genitoriali.
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