Quando gli adulti stigmatizzano i giovani che fanno file chilometriche per comprarsi le scarpe alla Lidl, l’ultimo smartphone da Trony, un hamburger a tre euro con Coca-cola e patatine al McDonald, si dimenticano, o fanno finta di dimenticarsi, che, questi giovani, non sono stati trovati sotto il cavolo e neppure educati e cresciuti in una tana come i “Meles meles”, chiamati comunemente tassi.
Succede più o meno quel che accade quando, parlando di conflitti più meno recenti, ci dimentichiamo, o facciamo finta di dimenticarci, che questi non sono maturati in un mese come i pomodori.
Le responsabilità maggiori, è inutile girarci attorno per indorare o indorarci la pillola, sono di chi questi giovani li ha cresciuti e di una società basata sul consumismo sfrenato, sull’effimero e sull’eccesso, piuttosto che sulla sobrietà, la moderazione e la sostanza.
Una società voluta, votata e sbandierata come un Eldorado dagli adulti che invece di limitarsi a puntare il dito sui giovani, dovrebbero, in un sussulto di dignità, puntarlo contro se stessi guardandosi allo specchio.
Augusto Secchi
Come insegnare ai bambini le misure di sicurezza in caso di terremoto divertendosi? Una visita…
La prontezza d'intervento di un insegnante ha salvato uno studente di quattordici anni: quest'ultimo è…
Inizia sabato 9 novembre la nuova edizione di #ioleggoperché, il progetto nazionale di promozione della…
Una notizia che ha dell'orrore. In una scuola elementare di un comune in provincia di…
L'attrice Carolina Crescentini, insieme ad Alex Britti è stata ospite del professore di fisica Vincenzo Schettini, volto del…
Nel corso della diretta della Tecnica risponde live di giovedì 7 novembre insieme agli esperti…