Meno burocrazia, più progettazione educativa: “I presidi sono oggi troppo spesso impegnati a decodificare le circolari ministeriali anziché occuparsi di coordinare la progettazione educativa, governare l’istituto con attenzione e interessarsi agli stimoli che provengono dall’esterno.”
Più potere ai dirigenti, ma più cura nella selezione: “I dirigenti hanno la titolarità delle relazioni sindacali, la rappresentanza legale, sono datori di lavoro e stazione appaltante. Sono responsabili di (quasi) tutto; ma non hanno nelle loro mani le leve di governo per assumere al meglio tali responsabilità.
Il nuovo reclutamento, dunque, che partirà alla fine del 2014, dovrà puntare sulla garanzia della massima preparazione professionale, perchè “bisogna definire meglio il profilo professionale del dirigente scolastico, individuare meccanismi di reclutamento che assicurino la massima preparazione professionale e realizzare un sistema per la loro la valutazione. “
La squadra Renzi mette poi il dito nella piaga, sull’organizzazione farraginosa e discutibile degli ultimi concorsi che ha laureato presidi docenti talvolta con scarse competenze: “Una buona scuola ha bisogno di presidi selezionati con cura, che dimostrino di disporre al tempo stessa di esperienza diretta e approfondita dei processi educativi, ma anche delle competenze necessarie per gestire una organizzazione complessa.”
Invece i fatti parlano diversamente: “Per l’ultimo concorso, ci sono stati contenziosi e ricorsi in quasi metà delle regioni italiane; tanto che in quattro regioni si è arrivati all’annullamento delle graduatorie con un coinvolgimento del 30% dei candidati rispetto al numero complessivo dei posti banditi.”
La nuova parola d’ordine sarà dunque eliminare i concorsi regionali: “Dopo anni in cui la selezione dei presidi è stata affidata a concorsi regionali che hanno mostrato tutti i loro limiti, è stato deciso di recente di prevedere che la selezione di chi sarà chiamato a guidare una scuola venga fatta tramite il corso-concorso della Scuola Nazionale dell’Amministrazione ossia dalla stessa istituzione che seleziona e forma tutti i dirigenti dello Stato.”
Toccherà dunque alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione selezionare i futuri dirigenti: “È una novità importante, dal momento che anche i presidi sono prima di tutto dirigenti. E il recente Decreto Legge 58/214 consentirà adesso di bandire il primo corso-concorso entro la fine dell’anno, invece di dover aspettare l’assunzione dell’ultimo idoneo nell’ultima regione d’Italia, cosa che avrebbe richiesto diversi anni di mancata attuazione della nuova procedura.”
Si eviterà così il persistere di tante scuole italiane senza dirigente, “nonostante sia stata di recente ottenuta, per l’anno scolastico 2014-2015, la nomina in ruolo di 620 dirigenti scolastici, pari a circa il 60% di tutte le reggenze che si sarebbero altrimenti avute sui posti vacanti e disponibili (la percentuale scende infatti al 34% se consideriamo anche le reggenze dovute a scuole sottodimensionate e a posti solo disponibili ma non vacanti, ad es. perché il titolare è in aspettativa o comandato altrove).”
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Un obiettivo inoltre sarà sotteso al bando della nuova procedura di reclutamento: “Il corso-concorso è una novità che deve essere attuata con saggezza e lungimiranza, partendo dalla specificità dei compiti che i nuovi presidi saranno chiamati a svolgere e quindi – sia per la selezione (concorso) che per la successiva formazione (corso) – che tenga conto di cosa vuol dire governare una scuola e sviluppare un progetto formativo.”
Il nuovo iter concorsuale avrà inoltre una matrice di base ampiamente condivisa e di certo non calata dall’alto: “Il design delle prove concorsuali, così come delle lezioni che i vincitori frequenteranno prima di entrare in servizio, sarà fatto a partire dall’esperienza di dirigenti scolastici e docenti, e non solo sulla base dell’esperienza dell’amministrazione centrale dello Stato.”
Nuova procedura, nuova formazione, nuovi obiettivi, nuovi dirigenti. Aria nuova nelle presidenze italiane. Perchè senza un buon nocchiero, sarà sempre “finchè la barca va…”
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