È notizia di qualche giorno fa il mancato raggiungimento delle firme per il referendum per abrogare 4 norme della legge 107 sulla “Buona Scuola”.
Nonostante gli sforzi di cittadini e docenti infatti le 515.000 firme raccoltre non sono bastate alla Cassazione per la liberatoria al voto, perché le firme ammesse sarebbero state poco meno di 500.000, quindi in numero non sufficiente.
Questo esito è probabilmente frutto di quella che su questa testata giornalistica è stata definita come una sorta di “rassegnazione arrabbiata” da parte del personale della scuola, ad iniziare dai docenti.
C’è però anche chi non si dà pace per quanto avvenuto. E lancia accuse, senza giri di parole.
“Ci viene fatto di chiederci – scrivono a tale proposito in un comunicato i Partigiani della Scuola Pubblica – come sia riuscito invece il PD, che ha fatto sì e no un banchetto di mezza giornata al mese in alcune città d’Italia, a ottenere (solo per sponsorizzare il referendum costituzionale) più delle firme valide che sono state raccolte dai volontari della scuola”.
I Partigiani sono anche molto critici nei confronti dei mezzi di informazione: “Nessuna testata nazionale ha mai parlato del referendum contro la “buona scuola”, contro l’Italicum e per i beni comuni, se non ieri per sottolinearne il cattivo esito, a testimonianza una volta di più che gli spazi per la democrazia nell’era Renzi sono meno di nulla!”.
Così come molto critica è la loro posizione verso il Referendum costituzionale del 4 dicembre: “Perché un governo vuole limitare il confronto parlamentare, riducendo il parlamento un organo di mera ratifica del proprio operato?” “Cos’ha di positivo per i cittadini questa concentrazione di poteri nelle mani del Premier?”.
“Cos’ha di positivo per il cittadino non poter più eleggere direttamente il senato?” sono alcune delle domande poste dai Partigiani, i quali concludono: “Per tutti questi motivi il prossimo appuntamento con il governo Renzi è per il 4 dicembre 2016: la scuola della Repubblica alla proposta della modifica della Costituzione vota NO!”
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