I lettori ci scrivono

I Pas solo un grande affare sulla pelle dei precari

Pas per 55.000 docenti significa finanziare, a spese dei docenti, le Università per 165 milioni di euro.
Un governo che taglia su Istruzione, Università e Ricerca, poi con il consenso dei Sindacati di categoria, per finanziare le Università, vuole scucire dalle tasche dei cittadini, aspiranti insegnanti, milioni di euro, non  prevedendo nemmeno prove in ingresso, per non limitare l’affaire Pas per docenti precari e di ruolo venduti dalle Università a 3000 euro cadauno.
Questa é la cifra che abbiamo previsto per arrivare a calcolare per difetto i 165 milioni di euro complessivi dell’operazione Pas, come previsto nell’accordo Sindacati Bussetti dell’11 giugno scorso a tutt’oggi ancora trasformato in emendamento.
Ricordo che fu il Ministro Luigi Berlinguer ad affidare tout court alle Università e alle sue lobby, soprattutto  a quella potente dei pedagogisti, la formazione e la selezione iniziale degli insegnanti.
Bisogna, come il Governo giallo-verde aveva pur deciso, ritornare ai concorsi ordinari abilitanti gestiti dalla Scuola, gratuiti, concorso per esami e titoli con valore abitante come i concorsi previsti con la legge 270/82 del tutto gratuiti con uno scritto e un orale.
Io credo che i concorsi debbano essere triennali e nazionali.
Quindi no ai costosi PAS, nella scuola,  dopo l’ esperienza  quarantennale delle graduatorie finalizzate alle immissioni in ruolo ma  solo dopo averle esaurite, si entri  finalmente solo per concorso come prescrive la nostra Costituzione.
Bisogna che nel reclutamento si ripristino i principi meritocratici i soli che possono garantire la valorizzazione della Professione Insegnante anche ai fini contrattuali.
Mi meraviglio che siano proprio i sindacati  di categoria che chiedono una rivalutazione  economica degli stipendi dei docenti al tavolo della contrattazione, poi al tavolo della concertazione con il Miur nelle scorse settimane abbiano chiesto invece PAS e un concorso riservato che definire sanatoria o condono è dir poco.
Per i docenti non abilitati con tre anni  di insegnamento non si deroghi  dal concorso ordinario con Pas e riservato, si discuta con tutte le forze politiche di maggioranza non solo con la Lega  e si arrivi a prevedere per questi docenti precari  una tantum una quota riservata nel prossimo concorso a cattedra per titoli ed esami da bandire comunque dopo l’esaurimento di tutte le graduatorie  finalizzate alle immissioni in ruolo: GAE, GM 2016, GR 2018 e GR 2019.
Bandire oggi nuovi concorsi con graduatorie piene  è solo un inutile spreco di soldi pubblici.

Libero Tassella

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