La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) esprime il forte auspicio che venga presto autorizzato il vaccino per la fascia d’età 5-11 anni:
“I bambini vanno vaccinati altrimenti non ne usciamo. Il 20% dei contagiati è al di sotto degli 11 anni. A chi dice di non vaccinare i bambini sani diciamo: il vaccino va fatto a tutti, che siano sani o con patologie pregresse, perché non sempre questa infezione, nei bambini, si manifesta come una banale influenza. Anche i più piccoli vengono ricoverati e alcuni finiscono in terapia intensiva. I paucisintomatici possono poi portare questa infezione nelle famiglie e mettere a rischio persone adulte, anche vaccinate ma con patologie. Per interrompere la catena dei contagi da Covid-19, che si trasmette attraverso le goccioline di saliva, dobbiamo vaccinare tutti i bambini. Dobbiamo farlo per proteggere loro ma anche per mettere in sicurezza i loro coetanei con patologie e i nuclei familiari”.
Estendere la vaccinazione ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, tiene a precisare la SIPPS, significherebbe offrire la possibilità di ridurre il rischio di infettarsi di COVID-19 a circa 3.700.000 di minori. Da inizio pandemia ad oggi, sono stati 783.996 i casi tra 0 e 19 anni, di cui circa 190 mila tra i 5 e gli 11 anni.
È stato calcolato che se la fascia di età tra i 5 e gli 11 anni fosse stata già vaccinata, ipotizzando un’efficacia del vaccino all’80%, circa 140mila di quei bambini che hanno contratto il virus non si sarebbero ammalati, “evitando loro quarantena, ritiro sociale, assenza da scuola, lontananza dalla vita sociale e familiare, oltre al rischio di sviluppare forme gravi della malattia e di contagiare i familiari”.
“Noi pediatri dobbiamo insistere con i genitori facendo capire loro che non bisogna avere paura del vaccino, ma della malattia. Un bambino non vaccinato non solo corre il rischio di ammalarsi, ma anche di rimanere fuori dalla vita sociale, dalla normalità che speriamo si possa presto ritrovare. Inoltre, in molte famiglie succede già che i non vaccinati non siano ben accetti e questo potrebbe nel prossimo futuro coinvolgere anche i bambini. Le famiglie hanno bisogno di normalità, sono due anni che viviamo male e il vaccino è lo strumento che può riavvicinarci alla normalità. Il ruolo del pediatra, anche questa volta, si rivela essenziale nel dialogare con la famiglia”.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) è in attesa dell’esito della valutazione dell’EMA, previsto fra un paio di mesi, che sarà trasmesso alla Commissione europea a cui spetta la decisione finale. La SIPPS auspica dunque che al più presto venga estesa in Italia la vaccinazione alla fascia di età 5-11 anni, aiutando così i minori e le loro famiglie a riprendere al più presto una normale vita di relazioni.