Resta ancora in bilico la questione riguardante i pensionamenti, specie nel Lazio, che potrebbero generare caos all’inizio dell’anno scolatico. Per questo motivo, le sezioni regionali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil scuola e Gilda saranno in presidio alla sede dell’Inps Nazionale il prossimo 12 luglio.
Come riportato in precedenza, per la giornata del 22 giugno 2018 era previsto l’ultimo flusso, da parte dell’INPS, dei nominativi del personale che sarà collocato in quiescenza dal 1° settembre 2018.
Il problema del continuo ritardo alla determinazione del diritto alla pensione, sarebbe un grave danno per i lavoratori, che vedrebbero posticipato di un anno l’addio al posto di lavoro.
In molti casi, si assisterebbe alla violazione della normativa, secondo la quale il personale che abbia compiuto i 65 anni di età, e maturato requisiti di servizio atti a determinare un diritto a pensione, debba essere collocato in pensione d’ufficio.
Ma c’è di più: il mancato collocamento in pensione potrebbe avere ricadute pesanti sulle assunzioni e i trasferimenti: infatti i posti occupati dal personale che dovrebbe essere posto in uscita dal sistema scolastico non sarebbero più disponibili per le relative operazioni, a causa della permanenza sugli stessi degli attuali titolari. Quindi se saltano i pensionamenti, chi spera di essere assunto nel Lazio, specie in provincia di Roma, o chi ha fatto domanda di mobilità, rischia di restare deluso perché i posti che sarebbero dovuti restare vuoti potrebbero non esserlo davvero.
“Le lavoratrici e i lavoratori della scuola,scrive la Flc Cgil laziale, devono essere tutelati nel riconoscimento di tutti i contributi versati ai fini pensionistici e che oggi vengono messi in discussione da procedure cervellotiche e inique”.
Inoltre, per i sindacati che parteciperanno al presidio del 12 luglio, è urgente garantire il diritto alla pensione e il riconoscimento di tutti i contributi versati.
Si spera nella comunicazione INPS-Miur
Resta alla base un problema fra lavoratori e INPS. Infatti, oltre alla situazione del Lazio, in tutto il territorio si segnalano casi simili o comunque di personale scolastico che non riesce ad andare in pensione per la mancata ricostruzione carriera. La comunicazione Inps-Miur si è fatta più serrata: infatti il tavolo di lavoro attivato con l’Inps dal neo ministro, Marco Bussetti, lunedì 25 giugno è servito ad intensificare la collaborazione con l’ente di previdenza nazionale, proprio per facilitare lo scambio dei dati e delle informazioni tra le due istituzioni.
“Tra gli obiettivi primari sottoposti all’attività del tavolo – fanno sapere da Viale Trastevere – c’è quello di velocizzare il dialogo tra uffici territoriali del Miur e dell’ente previdenziale e far ‘parlare’ tra loro i rispettivi sistemi informativi, agevolando l’inserimento e il reperimento di quelle informazioni che consentono di accertare il diritto alla pensione del personale docente”.
In questa prima fase, l’attenzione del tavolo sarà rivolta principalmente, continua il Miur, “a quei docenti che hanno incontrato difficoltà nella ricostruzione della carriera e per i quali è stata registrata una non coincidenza tra il servizio prestato negli anni Settanta e Ottanta come supplenti e quello risultante dagli archivi Inps”.
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