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I pericoli del web, la Polizia riparte con la campagna preventiva “Una vita da social”

Torna “Una vita da social”: realizzata dalla Polizia, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, consiste in una campagna educativa itinerante per sensibilizzare i più giovani ai rischi e ai pericoli del web.

Gli organizzatori ricordano che nel corso della prima campagna, gli operatori della polizia postale hanno incontrato circa centomila studenti nelle piazze e 400mila nelle scuole, 15mila genitori, 8mila insegnanti per un totale di 1.800 Istituti scolastici in 42 città. La pagina Facebook di “Una vita da social” ha invece avuto oltre 400mila visualizzazioni settimanali sui temi della sicurezza online.

Il vero obiettivo della campagna è “fare in modo che gli episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti e il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non avvengano più”.

 

 

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La seconda edizione prenderà il via il 13 gennaio da piazza del Quirinale. Assieme alla Polizia parteciperanno alla campagna diverse aziende quali Facebook, Italiaonline, con i portali Libero.it e Virgilio.it, Fastweb, FireEye, Google, H3G, Microsoft, Telecom Italia, Twitter, Norton by Symantec, Skuola.net, Vodafone, Wind, Youtube, Scania, Continental, ItalWork e Rds, radio ufficiale dell’evento.

Tra le novità della nuova edizione di “Una vita da Social” la rappresentazione teatrale di “Like – Storie di vita online” di Luca Pagliari che racconta la storia di Andrea, vittima di bullismo, finito sui giornali come il ragazzo dai pantaloni rosa.

Secondo una ricerca di Skuola.net, realizzata per la Polizia su un campione di circa diecimila studenti di scuole medie e superiori, solo 1 studente su 5 afferma che i social hanno un ruolo marginale nelle relazioni sociali.

Tra i motivi principali che spingono i ragazzi all’uso dei social, ci sono infatti il desiderio di informarsi sia sulle notizie (59%) che su quanto accade ai propri amici e conoscenti (51%): 9 ragazzi su 10 hanno uno smartphone con accesso internet in mobilità e tra questi oltre il 60% accede ai social mentre si trova a scuola e quasi la metà di loro anche in presenza di un docente. Dalla ricerca emerge che i ragazzi sono preoccupati dal cyberbullismo: 2 su 3 ritengono che fenomeni di questo tipo siano in aumento tanto che la metà di loro ne ha avuto una esperienza diretta o indiretta. Oltre la metà degli intervistati, infine, trascorre sui social network più di un’ora al giorno. Globalmente 1 ragazzo su 4 si dichiara sempre connesso e quando manca la connessone internet 1 su 6 ammette di provare un senso d’ansia.

Vale la pena ricordare che il fenomeno è assai vasto: nelle ultime ore è emerso che sono circa ottomila le persone denunciate dalla Polizia nel 2014 per reati connessi all’utilizzo illecito dei social network, di cui 4.998 per il furto di identità digitale, 2.705 per diffamazione on line e 76 casi di ‘cyberstalking’.

 

 

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Alessandro Giuliani

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