Nel 2005, in Italia, le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2 milioni 585 mila, pari all’11,1% delle famiglie residenti nel nostro Paese. Si tratta complessivamente di 7 milioni 577 mila individui, il 13,1% dell’intera popolazione. La stima dell’incidenza della povertà relativa viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi, al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La spesa media mensile per persona rappresenta la soglia di povertà, per una famiglia di due componenti, e corrisponde, nel 2005, a 936,58 euro al mese (+1,8% rispetto alla linea del 2004). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie più numerose il valore cambia. La soglia di povertà relativa è calcolata sulla base della spesa familiare rilevata dall’indagine annuale sui consumi. L’indagine viene condotta su un campione di circa 28 mila famiglie, estratte casualmente, in modo da rappresentare il totale della famiglie residenti in Italia. Per la valutazione delle stime è opportuno tener conto dell’errore che si commette utilizzando il campione di osservazione, piuttosto che l’intera popolazione. Detto valore, con probabilità del 95%, è compreso tra 10,6% e 11,6% del totale delle famiglie italiane.