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I precari bocciano la Finanziaria: arrivano tagli e riconversioni obbligatorie

Ancora una Finanziaria che porterà scompensi alla qualità dell’offerta formativa e obbligherà tanti docenti vincitori di concorso non di ruolo a rinviare ancora una volta l’assunzione: è questo il pensiero del direttivo dei ‘Comitati insegnanti precari’, che sull’argomento hanno realizzato un documento bocciando inesorabilmente la bozza presentata dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 settembre. Se gli articoli dovessero rimanere tali, i rappresentanti dei Cip hanno calcolato che i tagli da applicare alla scuola pubblica produrranno “riduzioni progressive dei finanziamenti per 515,9 milioni nel 2008, 637,2 milioni nel 2009, 1.158,5 milioni nel 2010 e 1372,7 milioni nel 2011”.

 
Ma le penalizzazioni della scuola non sarebbero solo economiche. I Cip se la prendono anche con l’articolo che prevede la riconversione obbligatoria degli insegnanti di ruolo ma senza più cattedra, soprattutto alle superiori a seguito del boom di iscrizioni ai licei avvenuto negli ultimi anni: questi docenti “dovranno obbligatoriamente frequentare i corsi di riconversione su materie – si legge nel documento dei precari – per le quali vi sono disponibilità. Ai corsi, organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione, potranno accedere i docenti in ruolo, anche se privi del titolo di studio richiesto per quella disciplina, e quelli precari solo se in possesso del titolo occorrente”.
Anche nella Finanziaria dello scorso anno c’era un’indicazione di questo tipo: “la novità – specificano i Cip – è solo nella dilazione dei termini a tutto il 2010 e non più all’anno scolastico in corso. L’obiettivo, invece, è illogico ma chiaro: sottoporre i tanti insegnanti di ruolo privi di cattedra a corsi intensivi al termine dei quali si ritroveranno abilitati ad insegnare materia non loro o licenziarli.Per quanto il ministero non abbia mai divulgato stime precise – anche perché soggette a dilatazioni continue per i vari tagli ed accorpamenti delle classi – si tratta di un numero cospicuo”.
Si tratta di insegnanti che operano negli istituti tecnici, commerciali o per geometri, e nei professionali: perlopiù insegnanti di materie di laboratorio, di ragioneria oppure di discipline in disuso, come dattilografia, oreficeria, falegnameria. Colleghi che la scuola occupa, ormai da tempo, solo in progetti scolastici di vario tipo oppure facendoli entrare in aula all’occorrenza quando i colleghi sono assenti. Anche se non vi sono stime ufficiali, sarebbero in migliaia gli interessati.
Il loro ‘reintegro’ coatto danneggerà però proprio i precari: “Il rilascio delle abilitazioni tout court – sottolineano dal direttivo degli insegnanti non di ruolo – permetterà all’amministrazione di evitare l’assunzione dei precari, con buona pace della qualità dell’offerta formativa. Nel disegno di legge si caldeggia, in aperta violazione con lo spirito della L.104/92, anche la loro riconversione sul sostegno, notoriamente ricco di posti vacanti ma anche troppo delicato per un docente “riciclato”, ciò in palese contrasto con lo spirito della Legge104/92”.
Con quale spirito, si chiedono i supplenti, un docente avanti negli anni potrà frequentare un corso intensivo sul sostegno e affiancare ragazzi disabili senza mai aver espresso interesse per questo delicato settore formativo? “Questo la dice lunga – continua il documento dei Cip – sulla considerazione che si nutre sulla qualità didattica da garantire, ma anche sul rispetto delle priorità acquisite dai precari in graduatoria, sulle loro abilitazioni, sui concorsi e sulle specializzazioni, sui tirocini, i corsi di perfezionamento, i master ed i titoli specifici accumulati da costoro nel tempo”.
Le critiche del Cip non si limitano, peraltro, al tema delle riconversioni. Sotto accusa è anche la volontà del governo di insistere sul fronte dei tagli: nel 2007 la Finanziaria prevedeva infatti che si “sarebbe dovuto far a meno di 43.000 posti di lavoro – scrivono – e ne sono saltati ‘solo’ 14.000. Ma si rifaranno. I 29.000, aggiunti ai 4.000 previsti nel 2008, ne determineranno 35.000 occupati in meno”.
Il Comitato ha esaminato anche quali saranno i punti su cui la Finanziaria ha puntato per applicare i tagli (inseriti nel comma 1 dell’art.50): “riduzione delle sperimentazioni nei licei, con particolare riguardo a quelli artistici e tecnologico, ma anche la soppressione di quattro ore settimanali negli istituti professionali, facendo a meno dei docenti specialisti di inglese nella scuola elementare, la riduzione delle classi prime e terze delle scuole superiori, ottenute con l’aggregazione ‘forzata’ degli alunni orientati a seguire indirizzi diversi e, per finire, riduzioni crescenti degli insegnanti di sostegno rispetto al fabbisogno. Già, perché razionalizzazione, a viale Trastevere – commentano i docenti precari – fa rima con amputazione”.
Forti critiche anche sul versante dell’auto-aggiornamento dei docenti: a ben vedere, dopo tanto parlare di sostegno all’aggiornamento professionale, la Finanziaria 2008 include per la prima volta la possibilità di detrarre, dalla dichiarazione dei redditi, il 19% delle spese sostenute dall’insegnante, e debitamente documentate, fino ad un importo massimo di 500 euro. “Ai solerti ragionieri di Stato – commentano ironicamente dal Cip – non sarà sfuggito che questo presuppone una spesa effettiva di oltre 2.600 euro all’anno, ossia un sesto dell’intera retribuzione annua di un docente in ruolo, un quarto se è precario. Proposte che arrivano da chi non sa quali siano le retribuzioni reali o da di chi pensa che i docenti insegnino per missione e nulla più?”.
Alessandro Giuliani

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