Sono ormai decine e decine i documenti, le lettere e le richieste di incontro che si stanno accumulando sul tavolo del neo-ministro Francesco Profumo.
Difficile dire se l’ex rettore del Politecnico torinese riuscirà a rispondere a tutti in tempi brevi, ma se dovrà fare – come sarà inevitabile – una selezione e darsi delle priorità è i precari dovrebbero essere fra i primi a varcare il portone di viale Trastevere.
La situazione del precariato è infatti una di quelle che meriterebbero in questo momento una particolare attenzione.
Anche perchè le speranze che il mondo dei precari italiani sta riponendo nel Governo appena insediatosi sono molteplici.
Fra i primi a scrivere al Ministro sono stati gli insegnanti del “Forum mai più precari nella scuola” che ricordano al Ministro che per riformare la scuola italiana è indispensabile un aumento della spesa per l’istruzione pubblica con un investimento pari ad almeno il 6% del PIL, in linea con gli altri paesi europei. Attualmente – sottolineano i precari del Forum – l’Italia è al 21° posto in Europa con appena il 4,4% del PIL investito nell’istruzione pubblica.
E poi, basta con le riforme fatte solo per “fare cassa”: “L’Europa – sostengono i precari – ha chiarito che il sistema dell’istruzione non può limitarsi solamente alla tradizionale trasmissione dei saperi. Questi ultimi vanno inseriti nel più complesso problema delle cosiddette ‘life skils’, le competenze di vita”.
“Ma questo naturalmente – argomentano i precari – implica che il docente non possa fermarsi al tradizionale rapporto tra docente e discente, ma deve includere anche competenze educative e di relazione ed implica un aumento del numero dei docenti”.
Il Forum si augura anche che il nuovo canale abilitante (TFA) – a dispetto di quanto fino ad ora annunciato – metta a concorso un numero di posti calcolato sul reale fabbisogno delle scuole, al fine di non creare ulteriore precariato.
Ovviamente non mancano le consuete richieste già contenute in altri documenti più o meno recenti (no alla chiamata diretta, riapertura della Gae e cancellazione dei “tagli” di organico).
E’ molto improbabile che le richieste del Forum possano essere accolte in toto: il presidente Monti ha già fatto capire che sulla riforma Gelmini non si torna indietro, ma sarebbe già un bel passo in avanti se da viale Trastevere incominciassero ad arrivare segnali di distensione e di ascolto nei confronti del mondo della scuola. Le prime mosse del Ministro fanno ben sperare (sono già state ricevute le associazioni delle famiglie, mentre nel sito del Miur sono stati pubblicati i dati statistici aggiornati sul sistema scolastico nazionale).
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