Il Rapporto della Fondazione Agnelli sulla scuola italiana sta suscitando, come peraltro era prevedibile, critiche di vario genere e sta innescando anche clamorose iniziative di protesta.
Come quella della Rete nazionale dei Precari della scuola che si apre con uno slogan ad effetto: “I precari della scuola non compreranno più auto Fiat”.
In effetti una delle proposte contenute nel Rapporto della Fondazione Agnelli (che peraltro, è bene precisarlo, è espressione più della famiglia Agnelli che dell’azienda Fiat) riguarda proprio i precari: azzeramento di tutte le graduatorie permanenti, creazione di un albo regionale degli insegnanti, assunzione diretta da parte delle scuole.
In realtà – spiegano i docenti della Rete – “i precari della scuola non compreranno più auto Fiat non per protestare contro le analisi della Fondazione Agnelli, ma perchè senza lavoro non avranno nemmeno i soldi per comprarsi una bicicletta, figuriamoci un automobile”.
Come nella migliore delle tradizioni (“in cauda venenum”) le ultime righe del documento servono a rincarare la dose:
“La Fiat vive da anni di contributi statali per il settore auto, senza i quali avrebbe già chiuso da tempo: le ultime richieste di aiuto economico sono state fatte per evitare 60.000 licenziamenti”.
Come nella migliore delle tradizioni (“in cauda venenum”) le ultime righe del documento servono a rincarare la dose:
“La Fiat vive da anni di contributi statali per il settore auto, senza i quali avrebbe già chiuso da tempo: le ultime richieste di aiuto economico sono state fatte per evitare 60.000 licenziamenti”.
“I precari della scuola – si legge ancora – trovano strano che la Fiat, o la stessa Fondazione Agnelli, non facciano nulla per impedire il licenziamento di 140.000 precari dalla scuola (tagli previsti dalla Finanziaria 2008): evidentemente per la Fondazione Agnelli esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B”.
Intanto alcune recenti dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza riaprono fanno pensare che i tempi sono maturi per un’altra operazione di assunzione di docenti precari.
Intanto alcune recenti dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza riaprono fanno pensare che i tempi sono maturi per un’altra operazione di assunzione di docenti precari.
Si parla di 20mila posti da mettere a disposizione per le assunzioni, ma non è chiaro chi potrebbe riuscire a beneficiare del provvedimento.
Certamente non i precari della secondaria di primo grado dove nei prossimi anni si corre addirittura il rischio di avere esuberi a causa dei nuovi orari previsti dal Regolamento e forse neppure nella primaria.
E’ probabile invece che le immissioni in ruolo riguardino prevalentemente i posti di sostegno sui quali già la finanziaria del 2007 prevedeva una consistente stabilizzazione dell’organico.
I precari, comunque, non ci stanno a vivere ancora in questa condizione di incertezza e stanno già organizzando una ulteriore manifestazione di protesta: il 25 febbraio migliaia di docenti precari si travestiranno da fantasmi e si raduneranno in molte città italiane.
E per il 21 febbrario è in programma anche un appuntamento più importante: un convegno nazionale a Roma, durante il quale verranno concordate modalità di protesta e nel corso del quale si discuterà quasi certamente dei rapporti con le organizzazioni sindacali, accusate di non avere molto a cuore la sorte dei precari.