Il 5 maggio l’80% degli insegnanti ha scioperato per dire no alla riforma della scuola di Matteo Renzi.
Un mese dopo, circa il 90% dei docenti ha scioperato ancora ritardando gli scrutini.
Il motivo sempre lo stesso: la “Buona scuola” non piace a nessuno. Il Governo sembra essersene infischiato, come se n’è infischiato di tutte le precedenti proteste. Dal jobs act all’art.18, dall’italicum a tutto il resto.
Adesso i precari storici della scuola inseriti nelle GaE hanno il coltello dalla parte del manico: se anzichè pensare all’io pensassero al noi e non presentassero la domanda di immissione in ruolo, probabilmente riuscirebbero a far saltare il piano straordinario di assunzioni previsto da un boy scout che al posto di star sotto una tenda siede su uno dei maggiori scranni istituzionali senza esser mai stato eletto dal popolo, ma dal popolo stipendiato. Elicotteri compresi.
Se saltasse il piano assunzionale per carenza di domande, i precari riuscirebbero in una grande impresa, ovvero quella di far andare a casa questo governo. Un Governo nemico della scuola pubblica.
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