“La scuola di Renzi non è una “Buona scuola”, ma una cattiva, anzi cattivissima scuola. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso l’aziendalizzazione e la privatizzazione della scuola pubblica. I dirigenti scolastici diventano presidi-sceriffi, col potere di gestire le scuole, il personale e gli studenti a loro piacimento. Non solo: il governo spaccia per assunzione di massa dei precari quello che invece è un licenziamento di massa: centinaia di migliaia di precari saranno esclusi dal piano di assunzioni e per loro non ci sarà più possibilità di lavorare”.
A sostenerlo sono i precari della scuola di Modena, che, insieme coi comitati di lotta degli insegnanti e col sostegno di alcuni sindacati di base e del coordinamento No Austerity, promuovono unpresidio per il 5 maggio, con inizio alle ore 9 in piazza Matteotti.
“Facciamo appello a partecipare a insegnanti, studenti ma anche a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica”.
Queste le motiviazioni della protesta dei precari modenesi.
“Lo sciopero della scuola del 5 maggio si farà sentire anche a Modena. E’ prevista un’adesione altissima in tutte le scuole della provincia. I lavoratori della scuola dicono no al disegno di legge sulla scuola in discussione in Parlamento. E’ una legge che trasforma le scuole in istituti sempre più in balia dei finanziamenti privati. I dirigenti diventano manager-sceriffi, con facoltà di scegliere a loro piacimento il personale delle scuole, di premiare a loro discrezione insegnanti e personale ata, di decidere chi trasferire e chi no. Sappiamo che questo favorirà logiche clientelari, calpestando la dignità di docenti e lavoratori della scuola.
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Non solo: Renzi e la ministra Giannini spacciano per assunzione di massa di precari quello che invece sarà un licenziamento di massa. Sono infatti centinaia anche nella nostra provincia i precari che, pur lavorando da anni nelle scuole, rischiano di restare esclusi dal piano di assunzioni. A settembre le graduatorie dei precari verranno chiuse, e per loro non resterà che la disoccupazione. Con questo disegno di legge scompare per sempre la figura dell’insegnante di ruolo: si parla infatti di futuri imprecisati concorsi che avranno una valenza solo triennale. Scompariranno anche le supplenze superiori a 36 mesi: prima sfruttati e poi umiliati!
Anche il personale di ruolo ha molte buone ragioni per scioperare: aumenterà il carico di lavoro, con corsi di aggiornamento obbligatori organizzati anche da soggetti privati; la possibilità di trasferirsi sarà soggetta alla volontà dei presidi; premi e punizioni saranno a discrezione totale dei dirigenti e di un “comitato di valutazione” istituito nelle scuole”.
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