I precari scaldano i motori in attesa del prossimo sciopero dell’11 dicembre.
Nella giornata del 6 dicembre si sono incontrati in tanti a Roma: erano presenti insegnanti e Ata provenienti da tutta Italia; insieme a loro anche responsabili dei settori della formazione di Rifondazione e Comunisti italiani oltre che rappresentanti di CUB e Usi-Ait Scuola.
Nel corso dell’assemblea sono state confermate le critiche sulla piattaforma con la quale Flc-Cgil ha proclamato lo sciopero: la posizione del sindacato di Mimmo Pantaleo viene considerata infatti troppo attendista (“Bisognava scioperare prima” sostengono molti, anche all’interno della stessa Flc) e poco risoluta in materia di tagli (c’è chi ritiene che la Flc si sia ormai “rassegnata” ad accettare le riduzioni di organico già effettuate e stia cercando solo di ridurre i danni per il futuro).
I precari che si riconoscono nel CPS (Coordinamento precari scuola) ribadiscono invece la propria netta contrarietà sia alle riduzioni di organico, sia alla riforma del secondo ciclo.
E propongono una propria piattaforma che sintetizzano in una mezza dozzina di punti: rifiuto della riforma Gelmini dei cicli delle superiori, rifiuto dei patti territoriali MIUR-Regioni “che aprono la via alla regionalizzazione della scuola statale” (in proposito è previsto anche di utilizzare le esperienze personali di molti precari per un “monitoraggio dei danni prodotti dai contratti di disponibilità”) , rifiuto dei finanziamenti alla scuola privata, rifiuto della gerarchizzazione tra docenti e degli altri elementi riconducibili ai decreti Brunetta sulla contrattazione collettiva, equiparazione tra i lavoratori della scuola (docenti e Ata) di ruolo e precari.
L’assemblea ha anche deciso di organizzare una “due giorni” di stati generali dedicati alla “scuola che vorremmo”: uno dei temi centrali dell’iniziativa potrebbe essere proprio quello della autonomia scolastica, “sul quale – riconoscono i precari – le posizioni interne al CPS e del CPS rispetto alle altre organizzazioni sono spesso distanti”.
E, proprio per ribadire la propria posizione autonoma rispetto a partiti e sindacati, il CPS ha anche deciso che, in occasione dello sciopero dell’11 dicembre, i precari del Coordinamento organizzeranno un proprio corteo insieme con i movimenti degli studenti universitari e medi, con i coordinamenti dei genitori e “con tutti gli altri soggetti della formazione che vogliano aderire”.
Peraltro una delegazione del CPS formerà uno spezzone all’interno del corteo della Flc che si snoderà da Piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo dove un rappresentante dei precari farà anche un intervento dal palco.
Tutto, insomma, è già definito nei dettaglio.
L’unica incognita resta quella della effettiva adesione alla protesta proclamata da Usi-Ait e Flc-Cgil che adesso sconta anche la concorrenza dello sciopero indetto dalla Uil-Scuola per il 21 dicembre.
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