I lettori ci scrivono

I precari storici ancora una volta esclusi da strani algoritmi

Come ogni anno, immancabile la foto-simbolo dell’inizio della scuola.

Quest’anno abbiamo un’insegnante-sposa precaria, che, il giorno del suo matrimonio, corre nell’istituto della nomina a prendere servizio per paura di perdere il contratto annuale per la sua materia.

Peccato che, quest’anno in particolare, c’è poco da gioire e festeggiare, e ancor meno da ridere, come qualche sera fa ha fatto il Ministro Bianchi durante tutta la puntata del programma a cui era stato invitato.

L’agonia delle e degli insegnanti precari della scuola continua immancabilmente: partendo solo dagli ultimissimi eventi, in pieno agosto le e i docenti si sono ritrovati a dover combattere, mandando PEC e reclami agli usp, contro errori nell’inserimento in I fascia, dopo anni di formazione e attese per ottenere il posto spettante nelle Graduatorie Provinciali (GPS); una volta risolto questo problema, senza una riga si scuse o spiegazione da parte degli uffici, è iniziato l’incubo della scelta delle 150 scuole da decidere per l’eventuale nomina, per il ruolo o per l’incarico annuale, in base a confusi numeri di cattedre disponibili per l’anno scolastico.

È arrivato così l’ALGORITMO, entità dal criterio fumoso, attraverso cui ogni singolo docente è stato poi, negli ultimi giorni, assegnato alle scuole.

La maggior parte delle brillanti menti designata alla formazione culturale e non solo delle studentesse e degli studenti di questo paese, per giorni non è riuscita a comprendere le regole del gioco. Forse ha bisogno di corsi di formazione anche per questo!

Dopo crisi di panico, notti insonni, calcoli babilonesi, per la paura di sbagliare le scelte e non avere alcuna nomina, nonostante l’alto punteggio, sono arrivate le immissioni in ruolo, a quanto pare straordinarie, almeno per il sostegno, per i cospicui fondi dedicati alla scuola per questo anno.

Anche su questo punto, pianti e rabbia.

I precari storici si sono ritrovati fuori dai giochi ancora una volta, in coda nonostante gli alti punteggi, superati da colleghe e colleghi senza anni di esperienza, a volte senza concorsi superati, con punteggi bassissimi e spesso con specializzazioni ottenute all’estero e non riconosciute dal MIUR.

Oltre alla rabbia, tanta delusione e amarezza, non solo per le/i docenti ma per l’intera comunità scolastica, che merita insegnanti formati e valorizzati, anche a livello contrattuale. Non dovrebbe essere difficile.

In ordine cronologico, abbiamo poi gli attesissimi errori dell’algoritmo, che ha assegnato ruoli e nomine annuali a chi non doveva e ha letteralmente saltato numerosi docenti, che si sono ritrovati ad inviare ancora una volta reclami e diffide agli uffici competenti, sentendosi fantasmi invisibili e dematerializzati, come in un orribile incubo in cui urli con tutta la forza che hai ma nessuno ti sente.

Per concludere la storia, che rimane comunque infinita, anche quest’anno annoveriamo le cosiddette classi-pollaio, la cui definizione fa inorridire il Ministro Bianchi, ma che non sapremmo altrimenti rinominare per rendere l’idea di 28-30 alunni per aula, il fastidio nell’ascoltare, da parte delle istituzioni, ancora parole piene di orgoglio per un inizio della scuola che speravamo tutti, eterni sognatrici e sognatori, fosse davvero diverso e le numerose cattedre annuali, quelle fino alla fine delle attività didattiche, che continuano ad alimentare il precariato nella scuola, con tutte le conseguenze negative, per docenti e studenti, già ampiamente dibattute.

Il contratto annuale che ha firmato il giorno del suo matrimonio l’insegnante-sposa non può essere definito dunque un REGALO DI MATRIMONIO da parte del Ministero, come il Ministro non ha avuto la vergogna di dire, ma evidentemente la scelta delle parole giuste da usare è qualcosa su cui c’è ancora tanto lavoro da fare.

Buon anno scolastico!

Irene Archini

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