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I presidi in piazza chiedono stipendio doppio e meno responsabilità, intervista ad Attilio Fratta (DirigentiScuola)

“I dirigenti scolastici hanno il triplo delle responsabilità rispetto tutti gli altri dirigenti dello Stato, però percepiscono la metà del loro stipendio. Una volta era il primo dei problemi, adesso ci sono delle emergenze e se ne parla meno ma è chiaro che rimane un aspetto prioritario”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Attilio Fratta, presidente nazionale DirigentiScuola, durante il sit in organizzato l’8 luglio davanti al al ministero dell’Istruzione per ottenere un incontro dal ministro Patrizio Bianchi su vari punti, tra cui ripartenza a settembre e nuovi incarichi.

Il sindacalista cita anche la celebre massima di Ulpiano, “Pacta sunt servanda”, per la quale i patti devono essere rispettati e non ci si può esimere in modo unilaterale dagli obblighi che l’amministrazione ha assunto. “Il ministro dell’Istruzione – dice Fratta – ha preso degli impegni con i dirigenti scolastici, ma al momento attuale non ne è stato onorato nemmeno uno. Gli impegni sono relativi alla sicurezza e alle troppe responsabilità dei dirigenti scolastici”.

Tanti oneri in cambio di compensi inadeguati. “Perché un dirigente dello Stato di seconda fascia – dice il rappresentante dei ds – percepisce il doppio di un dirigente scolastico? Se questo è normale, qualcuno ce lo deve pure spiegare. A livello contrattuale facciamo parte di un’area che comprende la scuola, l’università e tutti gli istituti di ricerca, con la differenza che però anche questi dirigenti prendono il doppio di quelli scolastici”.

Fratta denuncia poi il “problema gravissimo di 1.200 dirigenti “esiliati” per errori o strategie: nonostante i ruoli dei presidi siano regionali, sono stati costretti ad andare in tutte le regioni d’Italia, col paradosso che abbiamo ds della Sicilia in Lombardia e dirigenti della Lombardia mandati in Sicilia”.   

Cosa farà DirigentiScuola se non le istituzioni non dovessero cambiare le cose? “Se da Governo, Mef e ministero dell’Istruzione non arriveranno risposte – replica Fratta – abbiamo intenzione di andare avanti: oggi è solo l’aperitivo, forse volevano che scendessimo in piazza e l’abbiamo fatto con i responsabili dell’associazione di tutte le regioni”.

“A dicembre faremo un sit in ad oltranza e ricorreremo anche alla disobbedienza civile, anche per rispondere a tutti quegli adempimenti inutili che dobbiamo portare avanti: noi le chiamiamo ‘molestie burocratiche’, non servono a nessuno se non a giustificare che cosa devono fare altre persone che evidentemente non hanno nulla da fare”, conclude il presidente del sindacato autonomo.

Al termine del sit-in, una delegazione, guidata dallo stesso Attilio Fratta, è stata ricevuti dal capo Dipartimento Stefano Versari.

Alessandro Giuliani

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