Il personale della scuola boccia i primi sei mesi di lavoro a capo del Miur di Marco Bussetti. I sindacati non sembrano dello stesso avvisto. Almeno per il momento. E’ con questa differenza di giudizio che si va a chiudere l’anno 2018 per il mondo della scuola. La diversità di vedute fra i lavoratori ed i sindacati fa pensare, seppur non in senso assoluto, ad una mancata sintonia fra le organizzazioni sindacali ed il personale scolastico.
I primi hanno riferito il loro parere sui primi sei mesi del Ministro dell’Istruzione a La Tecnica della Scuola, mentre docenti e ATA hanno espresso un giudizio tramite un sondaggio sulla nostra pagina Facebook, lanciato il 22 dicembre e terminato nella mattinata del 29 dicembre.
I lavoratori della scuola non sono soddisfatti di Bussetti
Per quanto riguarda il sondaggio dei lavoratori del comparto, in totale hanno votato in 4.884: ebbene, per l‘87% dei votanti l’operato del nuovo ministro Bussetti fino ad oggi è stato del tutto negativo, mentre solo il 13% degli intervenuti ha giudicato soddisfacenti i primi sei mesi di lavoro di Bussetti.
Ecco alcuni commenti relativi alla rilevazione: “Diceva che era un prof e che ci capiva. Non sembra...”, “Nessuna novità vera solo tanto compromesso! Molto deluso“, “Da piangere….come prima… più di prima…“. Addirittura qualcuno ha giudicato il ministro Bussetti “il peggiore in assoluto!“.
Tra i partecipanti, ci sono stati anche commenti meno netti: “Niente di concreto“, “Chi non fa non può avere nemmeno critiche“.
E alcuni ovviamente positivi: “ottimo…. meglio dell’algoritmo di Faraone forse ve lo siete scordati…“, “Meglio di quelli che hanno permesso la “Buona Scuola“.
I sindacati (tranne Gilda) non danno voti ma giudizi salva-Bussetti
Ed ecco invece il giudizio dei sindacati, che interpellati da La Tecnica della Scuola ed invitati a dare un voto ai primi sei mesi di Bussetti come ministro, hanno preferito esprimere un giudizio complessivo e non un voto secco.
Tutti tranne il sindacato Gilda degli insegnanti, che ha dato un 5 al ministro dell’Istruzione in carica, “perché le promesse enunciate in campagna elettorale non si sono ancora concretizzate: basta pensare che le modifiche alla legge 107 non sono ancora state pubblicate in Gazzetta Ufficiale”.
Tuttavia, il coordinatore Rino Di Meglio, ritiene che “alla luce della buona volontà dimostrata finora, crediamo che ci siano possibilità di recupero”.
“Sono per la valutazione formativa e non per i voti numerici. In termini di investimento, certamente non ci siamo. Il giudizio, articolato per verba, sarà conseguente alle cose fatte e alle cose non fatte, a partire dalla legge di bilancio”, riferisce Francesco Sinopoli della Flc Cgil, accennando alle criticità ma senza affondare il colpo mantenendosi equilibrato.
Per il segretario della Cisl Scuola, Lena Gissi, “il ministro Bussetti ha sicuramente gestito con disponibilità al confronto e all’ascolto il rapporto con le parti sociali, in ciò realizzano una positiva continuità con chi lo ha preceduto. Ha reso più semplice mettere mano ad alcune delle criticità della legge 107 su cui in sede negoziale si sono trovate soluzioni importanti ed efficaci, da perfezionare con atti di legge che il Ministro sicuramente sosterrà. La prova più impegnativa, per lui come per tutti i ministri che lo hanno preceduto, sarà far pesare in modo giusto i problemi e le attese della scuola nella definizione delle priorità politiche del Governo”.
Bussetti è stato promosso anche da Elvira Serafini, segretario nazionale Snals: “Il giudizio sui primi sei mesi di Marco Bussetti come ministro è positivo per avere dato da subito grande rilevanza “all’ascolto”. I suoi “primi passi” da Ministro, inoltre, hanno fatto intendere che ai problemi che provengono dal mondo dell’istruzione e della ricerca intende dare soluzioni il più possibile concrete, con una inversione di tendenza, speriamo, rispetto ad un periodo in cui, spesso, l’apparenza prevaleva sulla sostanza: un esempio per tutti è la Legge 107/15. Restiamo in attesa di vedere via via i risultati delle iniziative da lui intraprese e di quelle che intenderà intraprendere”.
Più cauto è stato, invece, Pino Turi, segretario Uil Scuola, sottolineando che “faremo valutazioni politiche sulle misure che il Ministro riuscirà realizzare, anche in legge di bilancio, a partire dalla fase transitoria che permetterà a molti precari di avere quel riconoscimento e quella stabilità a cui legittimamente aspirano.
Aspettiamo le verifiche sull’azione di Governo. “Al momento, conclude Turi, gli elementi di valutazione, indicano buona condotta e partecipazione al dialogo costruttivo”.
Pertanto, il ministro Marco Bussetti si può definire “salvato” dalle organizzazioni sindacali.
Anche perché, come hanno fatto giustamente notare i leader delle organizzazioni da noi interpellate, ancora non si può esprimere un giudizio definitivo. Bisogna attendere almeno altri sei mesi, quando probabilmente prenderanno maggiormente forma gli interventi del nuovo corso ministeriale.
Ricordiamo che i primi sei mesi di lavoro di Bussetti sono stati contraddistinti da diversi interventi per la scuola, spinti dal Governo e avallati dal Ministro, che saranno concretizzati con l’entrata in vigore della legge di bilancio 2019.
Fra questi provvedimenti c’è la cancellazione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, la riforma del reclutamento con concorsi aperti a tutti e la cancellazione del Fit introdotto con la Buona Scuola prima ancora che entrasse in vigore. Si ricorda anche il concorso straordinario per diplomati magistrale dopo la loro esclusione dalle Gae a seguito della sentenza del Consiglio di Stato e licenziamento di quasi 10 mila maestri già immessi in ruolo. E ancora, l’introduzione di quasi 12mila maestri specializzati di educazione motoria alla primaria, altri 2mila per incentivare il tempo pieno sempre alla primaria.
Infine, nelle ultime settimane ha fatto discutere molto la sua crociata per assegnare meno compiti a casa durante le vacanze natalizie.