I candidati privatisti, attraverso i docenti del Centro Studi Omnibus, una delle scuole che supportano i privatisti nella preparazione, chiedono al ministro dell’istruzione che venga cancellata “una gigantesca ingiustizia” contro migliaia di candidati esterni agli esami di Maturità, i quali hanno non solo “storie e provenienze più varie, ma anche gli stessi progetti, le stesse speranze, le stesse necessità, e soprattutto gli stessi diritti di tutti gli altri studenti”.
Tuttavia, si legge su La Stampa, che riporta le loro proteste, come anche questa testata ha fatto: “i diritti nel loro caso, però, non sarebbero garantiti come ai candidati interni e rischiano di essere calpestati in base ad una decisione per diversi aspetti incomprensibile”, presente nel decreto scuola che sposta il loro esame di stato a settembre, nella sessione straordinaria.
Secondo la scuola che supporta i privatisti tale procedura, oltre a essere inaccettabile ed ingiusta, “vìola poi apertamente quei principi di pari dignità ed eguaglianza contenuti nella nostra Costituzione anche in fatto di diritto all’istruzione e allo studio” e inoltre non consente ai candidati esterni di scegliere liberamente la propria facoltà universitaria o partecipare a concorsi e test universitari perché fuori tempo massimo, tagliando loro anche il diritto alle pari opportunità in ambito formativo o lavorativo.
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