Categorie: Politica scolastica

I prof brava gente. Giannini garantisce un regolare inizio di anno scolastico

Il Messaggero tira le somme dell’intervista fatta alla ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, puntualizzando soprattutto che quest’anno dovrebbe essere l’apertura dell’anno più regolare degli altri anni, proprio perché, con le nuove assunzioni, non ci sarà la solita affannosa caccia alla supplenza.

«La riforma prevede la fine di quella instabilità: le scuole che il primo settembre devono mettersi a chiamare i potenziali supplenti, i precari che restano in attesa di una telefonata… tutte cose che ora vengono superate. È una riforma pensata per portare ordine e stabilità, sarebbe molto strano se invece generasse caos».

«Io sono convinta che quest’anno la macchina funzionerà meglio di prima. Le condizioni ci sono tutte. C’è un impegno della macchina straordinario. La riforma è un patrimonio di opportunità che viene dato alla scuola. Poi, certo, se questo patrimonio venisse messo nel cestino, se si incrociassero le braccia e si dicesse “noi non facciamo lezione”, oppure “noi non attiviamo gli stage che la legge prevede e che la legge paga”, o ancora “noi non accogliamo le nuove strutture per i laboratori”, allora forse ci sarebbe da farsi qualche domanda…»

«Non mi pare- ha detto ancora la ministra- che ci siano premesse per boicottaggi da parte dei prof. Girando l’Italia, ho sentito molte critiche ma anche pareri positivi, come sempre in questi casi la protesta è organizzata e molto rumorosa, mentre il consenso è individuale e silenzioso. Quando si passerà dalla carta di un testo pubblicato in Gazzetta ufficiale alla concretezza delle azioni che questa legge consente, sono convinta che il mondo della scuola reagirà positivamente»

«Oggi in Italia abbiamo circa 650mila insegnanti di ruolo, e il rapporto insegnanti per alunni è già abbastanza buono. Questa potente squadra di docenti verrà potenziata del 10 percento. Vuol dire che ogni istituto scolastico avrà in media tra sei e otto insegnanti in più. Così potremo avere classi più piccole, con un numero di alunni adeguato. E così ogni scuola potrà decidere se e come ampliare i tempi di apertura».

Se poi qualche scuola non si adegua «Questo è il principio dell’autonomia- spiega Giannini-, che aveva ispirato tredici anni fa la riforma Berlinguer e che non è mai stato attuato perché mancavano gli strumenti concreti, mancavano le risorse. A una scuola può interessare di restare aperta anche oltre il mese di giugno, perché in quel territorio magari è importante evitare che i ragazzi si trovino in mezzo alla strada; invece in un altro quartiere magari alle famiglie l’apertura estiva non serve, perché sanno dove tenere i ragazzi d’estate, e allora possono decidere di potenziare l’orario d’apertura d’inverno».

«Non succederà più- puntualizza la ministra – che i genitori paghino per acquistare materiale scolastico-. Il fondo di funzionamento ordinario, quello che serve a questi acquisti, è stato più che raddoppiato: era di 80, lo abbiamo portato a 120 milioni lo scorso anno e adesso arriverà a 235 milioni».

Per quanto invece riguarda gli aumenti ai prof, Giannini dice: «È un problema che in verità riguarda tutti i dipendenti pubblici, i contratti sono fermi da anni. I tempi sono avari, ma bisognerà aprire una riflessione per l’intero pubblico impiego. Noi però qualcosa abbiamo fatto: da settembre tutti gli insegnanti riceveranno 45 euro netti in più, che equivalgono a  una contrattazione sindacale ben riuscita».

Inoltre «500 euro l’anno vanno direttamente nelle tasche degli insegnanti per quello che chiamiamo il “processo autonomo di formazione”. Un insegnante avrà il diritto, e il dovere, di comprare un libro in più, uno spettacolo teatrale, un’opera lirica o quello che ritiene sia per lui la migliore forma di aggiornamento culturale. A questo poi si aggiungono i 200 milioni che verranno distribuiti a quella fascia di insegnanti premiati da una valutazione positiva».

Sulla questione invece assai delicata relativa alla riduzione di un anno nel curriculum scolastico, Giannini è assai prudente: «Lo abbiamo rinviato, volutamente. Questa riforma è solo il primo passo, abbiamo creato una piattaforma di risorse che ci consentirà di capire come intervenire, e quanto deve durare il ciclo complessivo della scuola dell’obbligo».

Pasquale Almirante

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