Vita.it riporta quanto scrive il Washington Post e in modo particolare di un professore di matematica della Corea del sud, Cha Kil-yong, stravagante e preparatissimo, che non insegna in nessuna scuola ma tiene lezioni online (ovviamente a pagamento) per preparare gli studenti a superare i rigidi test di ingresso nelle università in una delle tante “Hagwon”, sessioni private su internet, che nel paese rappresentano un business da 20 miliardi di dollari l’anno.
Non è infatti sufficiente, in Corea del Sud, “andare bene a scuola”: bisogna eccellere fin dall’asilo, perché se si ottengono risultati di un certo livello dall’asilo di passa nella “giusta” scuola elementare, poi nella “giusta” scuola media, poi nelle superiori “giuste” e infine – traguardo ambitissimo – nelle migliori università del mondo.
Fallire anche una sola volta non permette di rimanere in pista, e significa quindi perdere l’occasione della vita, non solo per lo studente ma per l’intera famiglia.
Non a caso, gli studenti coreani sono ai primi posti delle classifiche Ocse in tutte le materie, ma tanta competizione ha anche il rovescio della medaglia: le stesse statistiche mostrano infatti che i ragazzi di Seul sono all’ultimo posto quanto a “felicità” sui banchi di scuola, e il paese detiene il triste record del più alto tasso di suicidi tra i paesi Ocse.
Gli Hagwon rispondono dunque a questo bisogno di essere sempre i primi della classe, e sono frequentati da una media di 300mila studenti l’anno al costo di 39 dollari per pacchetti da 20 ore l’uno, che moltiplicati per un numero pressochè infinito di partecipanti online hanno reso milionari questi professori.
“Ho sempre voluto insegnare, ma sentivo che farlo in una classe tradizionale mi limitava”, ha dichiarato un altro insegnante notissimo in Corea, il 33enne professore di letteratura Kwon Kyu-ho (nella foto). “E poi in questo modo sono diventato ricco”.
Come il collega Cha, anche Kwon sponsorizza una speciale sedia che “aiuta la concentrazione”; ma cura molto il fisico, ha perfino uno stilista personale e guadagna “alcuni milioni” di dollari l’anno