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I prof di religione vogliono il voto, assunzioni e una loro classe di concorso

Lunedì 21 giugno, una rappresentanza di docenti di religione cattolica ha protestato davanti al Miur per mancate assunzioni e scarsa considerazione.

Ad organizzare il sit in è stato il sindacato Snadir, sostenendo che ormai è in atto una “progressiva azione di marginalizzazione dell’insegnamento della religione derivante dalla nefasta legge 107/2015”.

“In particolare, gli insegnanti di religione con incarico annuale – sostiene il sindacato – sono rimasti esclusi dal piano straordinario di assunzione. Purtroppo, non ha fatto seguito nessun bando di concorso o altra procedura assunzionale che permettesse ai docenti di religione di essere immessi in ruolo con contratto a tempo indeterminato”.

“A ciò si aggiunge il preoccupante e deleterio silenzio del Governo circa l’applicazione o meno della norma della legge suddetta, che impedisce la stipula dei contratti di lavoro a tempo determinato oltre i 36 mesi (comma 131) anche agli incaricati annuali di religione”.

Sempre secondo lo Snadir, “ai docenti a tempo determinato è stata negata la possibilità di usufruire della ‘Carta del docente’ per l’aggiornamento professionale, l’estromissione al bonus valorizzazione del merito e l’esclusione dalla funzione di animatore digitale”.

 

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Ma non solo, perché “nelle ultime disposizioni ministeriali l’insegnamento di religione è considerato sempre più un ‘corpo estraneo’ della scuola, dato che è stato escluso dall’organico dell’autonomia. Un provvedimento discriminatorio nei confronti e vessatorio verso i docenti di religione che da anni svolgono la funzione di collaboratore vicario (non riconfermabili nell’incarico per i prossimi anni)”.

Lo Snadir coglie l’occasione per ribadire la richiesta più volte inoltrata “al Miur dell’istituzione di una classe di concorso per l’irc e l’introduzione della valutazione numerica dell’irc al pari degli altri insegnamenti”.

L’ultima doppia richiesta, esprimere il voto alla pari degli altri docenti del consiglio di classi, non è nuova. Ma il ministero dell’Istruzione sinora non mai preso in considerazione della richiesta.

Ricordiamo, per completezza di informazione, che negli ultimi anni il numero di alunni che si avvalgono della religione cattolica risulta in lieve ma progressiva riduzione (in alcune scuole superiori del Nord si è scesi sotto le metà di alunni che chiedono di fare lezione): rimangono, comunque, delle punte altissime di adesione alla disciplina in alcune regioni, soprattutto del Sud, in particolare nella scuola dell’Infanzia e alla primaria.

 

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Alessandro Giuliani

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