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I prof di spagnolo scrivono al Ministro: perché si dimentica di noi?

Perché il ministro Giannini parla solo dell’importanza di apprendere la lingua inglese e francese, dimenticando quella spagnola? A chiederlo, a nome dei docenti della lingua ‘dimenticata’, è un folto gruppo di insegnanti di spagnolo, ben 280 tra scuola e università: chiedono perché, il responsabile del Miur, parlando della centralità dello studio delle lingue straniere a scuola, abbia recentemente citato solo l’importanza dell’inglese e del francese.

Hanno preso carta e penna per ricordare al Ministro che ci sono anche loro e che sarebbe opportuno prevedere che, dalle elementari, le famiglie possano scegliere anche l’idioma da loro insegnato. “Noi docenti di Lingua Spagnola siamo tutti molto motivati, e non possiamo accettare – scrivono i docenti di spagnolo nella lettera indirizzata alla titolare del dicastero di viale Trastevere – giudizi sommari e sprezzanti sull’operato nostro e dei nostri colleghi, a maggior ragione se vengono da chi delle difficili condizioni in cui la nostra attività si svolge porta per intero la responsabilità. Ciò detto, notiamo che le Sue riflessioni prendono in considerazione solo lo studio del francese e dell’inglese e Le vogliamo quindi ricordare che: con 500 milioni di ispanofoni, lo spagnolo è la terza lingua più parlata al mondo, dopo il cinese mandarino e l’inglese ed è, insieme all’arabo, una delle lingue in più rapida espansione: la quarta più grande città ispanofona del mondo è Los Angeles, New York è sostanzialmente bilingue; con 21 paesi di lingua ispanica, lo spagnolo è la seconda madrelingua al mondo; lo spagnolo è lingua ufficiale delle Nazioni Unite; dal 2004 lo spagnolo fa parte dell’offerta curricolare della scuola secondaria di primo grado dove ha ottenuto grande successo e gradimento visto che in 10 anni gli studenti della lingua di Cervantes si sono quadruplicati; a fronte della crescente richiesta, in molte province italiane le graduatorie per le nostre Classi di Concorso sono esaurite da almeno un paio di anni, e molte cattedre di diritto sono affidate a docenti delle graduatorie di Istituto. Dopo l’inglese, riteniamo giusto – proseguono i docenti – che a genitori e studenti sia data libera scelta sulle altre lingue da studiare. Chiediamo quindi che questa libera scelta sia tutelata inserendo l’insegnamento dello spagnolo già dalle elementari e ampliandone l’orario nella scuola secondaria: in questo modo, in 14 anni di studio opportunamente guidato, lo studente italiano potrebbe acquisire un ottimo livello di produzione e comprensione dello spagnolo scritto e orale. A questo fine, la cosa migliore sarebbe che il docente italiano laureato in lingue potesse essere sempre affiancato da un lettore madrelingua”.

Ora si attende la replica del Ministro. Che, considerato l’interesse per le lingue straniera, non tarderà ad arrivare. Chiudendo sul nascere una polemica di cui nessuno a bisogno.

Alessandro Giuliani

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