I nuovi insegnanti di Veneto e Lombardia saranno dipendenti della Regione. Lo scrive il Il Corriere della Sera, riportando il testo che si sta mettendo a punto al ministero degli Affari regionali, anche se dal Miur non arrivano conferme.
Resta nazionale il concorso, come il contratto di primo livello, ma le cattedre sono messe a bando – dal Miur – “su base regionale e dunque potranno esserci regioni che avranno più posti e regioni in cui il turn over è limitato e magari in alcune materie non viene messo a concorso neppure un posto”.
Questo significa pure che, relativamente agli stipendi dei nuovi docenti, le Regioni “autonome” potranno “proporre contratti di secondo livello, incentivi e premi che potranno servire a trattenere gli insegnanti”, dal momento che il datore di lavoro diventa la Regione stessa e dunque, precisa la nota del Corriere, “per poter cambiare Regione bisognerà fare accordi tra Regioni o tra la Regione e l’amministrazione centrale”.
“L’intesa dovrebbe essere pronta il 15 febbraio e entro il 21 marzo dovrebbe ricevere tutti i pareri richiesti per passare in Parlamento, dove la sua approvazione richiede la maggioranza assoluta (cinquanta per cento dei deputati e dei senatori più uno). In più per quanto riguarda il passaggio dei fondi dallo Stato alle Regioni, con il meccanismo dei costi standard, la fase di transizione è prevista in almeno cinque anni”.
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