Corsi e ricorsi o eterno ritorno della cose che con ciclicità sorprendete tornano a rendere i sonni inquieti a tanti docenti, quelli più ligi al dovere soprattutto che si sentono defraudati del loro professionalità e del loro decoro.
E a ritornare, dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle nuove sanzioni disciplinari contenute nei decreti del ministro Madia, è anche il tormentone della timbratura del cartellino entrando a scuola da parte dei prof, così come fa il personale amministrativo.
I prof infatti certificano il rispetto dell’orario di lavoro con il registro di classe, giusto il Contratto collettivo nazionale che non fa rientrare tra gli obblighi del corpo docente la timbratura con il badge, a meno che i singoli Istituti, d’accordo con le RSU, dispongano diversamente.
Negli ultimi anni, ricorda Il Corriere della Sera, alcuni tentativi in questa direzione sono stati esperiti: con insuccesso, viste le ripetute pronunce della Corte di Cassazione, che ha ribadito come la scelta sia affidata ai consigli d’istituto.
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Materia spinosa benchè giustamente nel comparto della scuola, è difficile immaginare un’evasione oraria rispetto al turno di lavoro come quella delle false timbrature rimbalzate, a suon di foto e video imbarazzanti, sul web. Tuttavia, sono spesso i dirigente scolastici a denunciare, ma inutilmente, quei docenti che si dimostrano refrattari all’introduzione di misure “oggettive”, come quelle della timbratura, per evitare umiliazioni, si dice, ma anche, da parte di altri, per non farsi prendere in castagna.
Tuttavia, vogliamo ricordare che proporre un tornello ai prof universitari con regolare e conseguente timbratura del cartelli sarebbe, più che disonorevole, inconcepibile: e perché per i prof di scuola invece molti lo sollecitano?
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